“Da quando governa Occhiuto la spesa della migrazione sanitaria verso le regioni del centro-nord è aumentata di 63 milioni. Con l’autonomia differenziata andrà ancora peggio. Ecco perché serve un governo regionale che cambi tutto. Bisogna investire nella sanità pubblica e riaprire gli ambulatori e le guardie mediche nelle aree interne. Entro sei mesi metteremo fine alla gestione commissariale e coinvolgeremo le ASP e i territori in una cabina di regia. Infine, vogliamo mettere fine al deprecabile fenomeno della pervasiva presenza della politica nella sanità e mettere una fine alle lunghe liste d’attesa”.
“Chiederemo all’Ue di sospendere l’iter autorizzativo per palese contrasto con la Direttiva Habitat e faremo ricorso al TAR vista l’assenza di una Valutazione Ambientale Strategica. Con i soldi del ponte potremmo costruire in Calabria 30 ospedali pubblici”.
Quanto continua a pesare la pervasività della ‘ndrangheta sul mancato sviluppo di questa terra?
“La ‘ndrangheta è come un cancro silenzioso che piano piano sta uccidendo i nostri territori. Se oggi mancano le opportunità di sviluppo è anche a causa dei tentacoli della criminalità organizzata sull’economia legale. Istituiremo una Autorità regionale per la Trasparenza e la Legalità dotata di poteri ispettivi. Le nomine devono essere trasparenti e per merito così da prevenire le infiltrazioni dei colletti bianchi”.
L’idea di un Reddito di cittadinanza regionale ha fatto discutere. La conferma? Sarebbe la copia di quello varato dal governo Conte?
“Sarà ovviamente una misura diversa perché nel frattempo sono cambiate le politiche nazionali. Il nostro reddito di dignità andrà a chi non riceve quello di inclusione e ai lavoratori che vivono sotto la soglia di povertà. Lo vogliamo collegare alle politiche attive e ai progetti di autoimprenditorialità così da rilanciare l’economia locale”.
Non è un messaggio sbagliato – e soprattutto non nello spirito M5s – quello degli eurodeputati che dopo un anno si candidano per altro?
“Non c’è nessuna contraddizione. Da Presidente di Regione il mio impegno sarà in continuità con quello iniziato a Bruxelles: per la giustizia sociale, il lavoro stabile e ben retribuito, per la sanità pubblica e la lotta contro lo scippo dei fondi di coesione per il riarmo”.
Se perde resta consigliere regionale?
“Non perderò e sa cosa le dico? Vinceremo proprio grazie a chi in passato si asteneva. I calabresi hanno capito che questa è l’ultima chiamata per far rinascere la propria terra”.
Pensa che una sua eventuale sconfitta possa mettere in discussione il campo largo?
“Le formule politiche allontanano i cittadini. Se con tutte le opposizioni continueremo a lavorare, così come stiamo facendo in Calabria, per risolvere i problemi dei cittadini io penso che sarà molto più facile trovare una sintesi anche per costruire l’alternativa al governo del Paese. La stragrande maggioranza degli italiani ha capito il bluff della Meloni e vuole un cambiamento”.