Sanità, welfare, giovani, partecipazione, aree interne e trasporti sono stati i temi sui quali Giuseppe Falcomatà, capolista del Partito Democratiche alle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale del 5 e 6 ottobre, si è confrontato con cittadini, amministratori locali e sostenitori presso il Convento dei domenicani di Laureana di Borrello. Si è trattato di un dibattito intenso, proficuo e ricco di spunti, dal quale è emerso il lungo elenco dei fallimenti del centrodestra dove, secondo Giuseppe Falcomatà, un posto di rilievo lo occupa il mancato trasferimento delle deleghe alla Città Metropolitana da parte della Regione Calabria. «Quando ragioni e agisci da esponente di partito e non da uomo delle istituzioni – ha detto – il danno lo procuri a 600 mila cittadini che non possono usufruire appieno di servizi essenziali per la crescita, lo sviluppo e la serenità delle loro comunità. La scelta di Occhiuto è stata quella di un calcolatore cinico che non rispetta quanto sancito da una legge dello Stato e pensa, piuttosto, a garantire il proprio futuro a discapito dei territori. In questi anni, le cittadine ed i cittadini dell’area metropolitana sono stati trattati come figli di un dio minore, hanno subito un furto per decine e decine di milioni di euro».
Un esempio concreto arriva dalle infrastrutture viarie: «Senza deleghe, la Città Metropolitana può garantire appena 2 milioni di euro per la manutenzione ordinaria delle Strade provinciali. Ne servirebbero almeno 10 per assicurare una viabilità più ordinata e sicura». «Per questo – ha sottolineato – il progetto politico del centrosinistra e del professore Pasquale Tridico riconosce, nell’attribuzione delle funzioni alla Città Metropolitana di Reggio Calabria, un baluardo del proprio programma».
Il ragionamento di Falcomatà si è, quindi, spostato sul voto di ottobre che «è, a tutti gli effetti, una partita quanto mai aperta». «Possiamo vincere – ha affermato – perché l’entusiasmo che, in questi giorni, ci sta circondando indica la voglia di un cambiamento necessario e possibile».
Nel suo discorso, poi, Giuseppe Falcomatà si rivolge ai giovani, «alle tante belle intelligenze che si approcciano alla politica in maniera propositiva, ma che non trovano spazi in cui far confluire il loro impegno». «Serve ridare forza ai circoli – ha spiegato – e dare concretezza ad un patto generazionale che parli con i giovani e non dei giovani. Esiste un patrimonio valoriale fatto di sindaci, amministratori locali e segretari di circolo che possono mettere a disposizione la loro profonda esperienza. Così si cresce insieme e si diventa comunità: condividendo progetti, idee e visioni del mondo».
«E’ un fatto, purtroppo drammatico – ha continuato Falcomatà – che oggi i nostri figli e nipoti lascino i luoghi dove affondano le loro radici. Lo spopolamento dei borghi è la triste conseguenza di politiche che, come quelle delle destre, hanno letteralmente abbandonato al loro destino le aree interne. La ricetta suggerita oggi, in campagna elettorale, dal presidente Occhiuto è quella di fornire risorse per ristrutturare le vecchie case dei nonni. Ma cosa se ne fa una giovane famiglia di un immobile rimesso a nuovo se, tutto intorno, mancano le Guardie mediche, le ambulanze non riescono ad arrivare e, se ci riescono, sono spesso prive di medici a bordo, se per raggiungere un ospedale devono percorrere decine di chilometri, se le scuole vengono chiuse per questioni di dimensionamento, se il trasporto pubblico non arriva per mancanza di risorse, se non esiste nulla di tutto quello che tiene insieme una comunità?». «La verità – ha concluso Giuseppe Falcomatà – è che tre quarti della nostra Regione rientra in quell’aria in cui il Governo ha deciso di non investire e di accompagnare, invece, verso la desertificazione. Questo è davvero molto preoccupante».
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Laureana di Borrello accoglie Falcomatà: “Ecco tutti i fallimenti delle destre e di Occhiuto”
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