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Elezioni a Villa San Giovanni (RC), Morabito (Idv): “La democrazia ha già perso”

“Tra veti, rivalse, questioni personali, vendette e interessi, emerge un sistema democratico narcotizzato e pericoloso che esprime la cifra di un sistema politico arcaico, legato a ragionamenti insulsi e che sta spingendo la città sempre di più verso il baratro. E la mancata presentazione della lista del PD è la più eloquente espressione di questo sistema drogato, dal quale nessuno può chiamarsi fuori.

Le ragioni personali e di vendetta che fanno da sfondo all’assenza della lista PD, dimostrano come una nomenklatura minoritaria di quelpartito, attraverso strumenti da condannare ed abiurare, hanno inteso negare agli elettori il diritto di esprimere la loro libera scelta.

Per questestesse ragioninoi abbiamo deciso di ritirare i nostri candidatiindicati da quella che viene definita “lista civica”, nonostante fossimo stati determinati nell’ottenere il consenso alla candidatura della sindaca, per avere preso atto, direttamente, diunaregia chenascondeva interessi diversi da quello di offrire alla città un nuovo modello amministrativo ma solo per il bisogno di rivincitae di vendetta di soggetti incompatibili sia con le regole democratiche, sia con il nuovo assetto del Partito Democratico, che è e rimane il loro vero obiettivo di taluni.

Sicché la proposizione di Melito come capolista di questa presunta lista civica,la nostra immediata reazione, gli abboccamenti diretti con i referenti di Melito della candidata sindaco, hanno portato al nostro disimpegno, nella certezza del venir meno di ogni presupposto che ci aveva indotto a sposare un progettoche avrebbe perso coerenza e linearità e soprattutto il fondamentale, a nostro avviso, principiolegalitario su cui poggiava.

Per questo siamo, intanto, chiamati a ricordare, la stagione politica che ci vide protagonisti e artefici delle dimissioni dei Consiglieri Comunali che deposero Melito, con ragioni esclusivamente amministrative edi rispetto delle regole democratiche. Ragioni riconosciute da tutti i tribunali aditi dal Melito che, in coincidenza di quelle dimissioni e in ragione di propri rapporti, presso un noto ristorante villese ove era solito incontrare rappresentanti delle forze dell’ordine, fece scattarecontrolli “invasivi” nei nostri confronti.

Consapevoli della perdurante e mantenuta linearità delle nostre condotte, coerentemente tenute anche in situazioni ben più gravi e di livello nazionale e certi delle motivazioni reali, serie e gravi, che sottendevano a quelle dimissioni, abbiamo continuato a credere che la democrazia, la legalità e la libertà non sono una mercanzia.Ed i successivi accertamenti di polizia lo dimostrarono, sancendo però, ed è questo il fatto rilevante, la necessità dell’assunzione di provvedimenti nei confronti dei partner rimasti fedeli al Melito. Assunzione di provvedimenti sanciti anche dalla Commissione di Accesso Antimafia che mai furono assunti e che avrebbero preservato la città dagli eventi seguiti delle ultime iniziative dall’Autorità Giudiziaria.

L’evento, che rimane di inaudita gravità, tuttavia, non poteva e non può lasciarci indifferenti di fronte ai colpi inferti al nostro sistema di diritti e garanzie, perché agevola l’aggressione alle libertà di ciascuno, da parte di chi havoluto consumare una personale vendetta per schermare le proprie colpe. E il pericoloso segno di questa assurda iniziativa, è data da una prestazione immediatamente ed acriticamente posta in essere per lanciare una sorta di intimidazione, rivolta a chiunque non sia disponibile a piegarsi, così legittimando un illecito uso e abuso di attività istituzionali invasive usate per giustificare un conclamato deficit investigativo.

Questo grave “vulnus” al sistema democratico e delle libertà di tutti,ci ha indotto a scelte coerenti,

legalitarie e coraggiose, nella convinzione che la mistificazione non possa essere di nessun aiuto alla costruzione di una democrazia sana e fondata sui valori della libera partecipazione alla vita pubblica.

 

Nonostante la stima verso la candidata sindaco che di questi fatti era a conoscenza sin dall’origine in ragione della sua ex professione, abbiamo valutato l’impossibilità etica di sostenere l’idea di surrogare un Melito con una Melito, perché sarebbe stato, come lo è, tradito lo spirito e la natura di una iniziativa che avrebbe dovuto essere innovativa e fresca, per dare alla città la risposta che meritava, ripristinando le regole e il valore della democrazia”.

Lo afferma, in una nota, il responsabile cittadino di Italia dei Valori, Antonio Morabito.

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