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Il folk-rock graffiante di Enrico Capuano e la Tammurriata Rock chiudono il festival “Radici”

Migliaia di persone hanno assistito alla prima fortunata edizione del Festival reggino dedicato alla musica popolare. Il sindaco Falcomatà: “Esperimento riuscito per un evento che puntiamo a storicizzare per diventare punto di riferimento per la musica del Sud”

La Tammurriata Rock di Enrico Capuano chiude la prima fortunata edizione del Festival RadiCi, la kermesse di musica popolare etnica e folk organizzata dall’Amministrazione comunale di Reggio Calabria nell’ambito dell’Estate Reggina.

All’Arena dello Stretto va in scena l’esibizione di Enrico Capuano e della sua band, una carriera e un curriculum solido alle spalle che gli ritagliano un peso specifico, nella scena musicale di riferimento, che umilmente ma con grande professionalità lui sa portare in giro.

Violino elettronico, basso, chitarra elettrica da rock duro e puro, batteria, corista-vocalist, percussioni tradizionali e voce del frontman; è un’alchimia apparentemente anomala ma che funziona da subito. I primi brani sono tutti delle vere e proprie “esche” per un pubblico ancora timido che viene subito invitato a riempire l’area di fronte al palco preannunciando un live molto caldo e coinvolgente.

La risposta non tarda ad arrivare: pizziche e tarantelle rock muovono i piedi anche ai più diffidenti e tutto diventa immediatamente empatico con grande partecipazione. Ci sono turisti italiani e anche stranieri, ci sono tanti concittadini: ballano assieme e si lasciano stregare dall’eclettismo di Capuano che sa bene come tirare i fili da musicista navigato qual è.

Dal palco viene lanciata una “sfida” al pubblico nel fargli richiedere brani rock in modo casuale e mettere alla prova i musicisti sulla loro capacità di immediata esecuzione degli stessi. La risposta è sorprendente: dai Led Zeppelin ai Queen passando per la PFM; un risultato sorprendente che diverte molto e scioglie qualsiasi resistenza.
Si ripete, dunque, la magia che ha accompagnato tutto il festival: grandi e piccini che ballano col sorriso e la spensieratezza; veramente non c’è età. La musica popolare, lo ricorda Capuano con forza, è una musica che coinvolge milioni di persone e non può scomparire dalle cronache dei tg nazionali; merita spazio perché è un patrimonio collettivo di alto valore.

Questo messaggio/proposta si aggiunge a quello di Salvatore De Sena (Parto delle Nuvole Pesanti) di dichiarare la tarantella patrimonio Unesco.
Si aggiunge anche a quello di Eugenio Bennato che definisce la musica popolare un patrimonio che nell’essere di “pochi” è diventato di molti e merita strumenti di tutela culturale.

L’obiettivo di “Radici” era quello di riconnettere la popolazione agli aspetti identitari dei nostri territori attraverso la potenza della musica, dei canti e delle danze. Capuano va avanti come un treno e con un’energia invidiabile: la stazione d’arrivo sembra proprio quella dell’obiettivo preannunciato del festival. Il pubblico applaude e partecipa divertito; chiede il consueto bis che arriva puntuale e graffiante.

Si chiude il “sipario” su uno Stretto che è stato sempre cornice suggestiva di una carrellata di eventi che Reggio non dimenticherà e che vuole diventare appuntamento annuale fisso. Il Sindaco Giuseppe Falcomatà vanno a suggellare questo risultato e questa esperienza: “All’Arena dello Stretto si chiude il Festival RadiCi. Con Eugenio Bennato ed Enrico Capuano si è conclusa una bellissima settimana di eventi gratuiti, divertenti e molto partecipati, tutti rivolti al recupero delle nostre tradizioni e alla cultura musicale del Sud, le nostre RadiCi appunto. Un esperimento riuscito, che ha risvegliato in ognuno di noi quella voglia di riconnettersi alle nostre tradizioni musicali, che devono essere sempre più riproposte e valorizzate. L’anno prossimo faremo di più e meglio, vogliamo storicizzare anche questo Festival proponendolo come uno dei punti di riferimento per la musica del Meridione. Un ringraziamento a tutti gli artisti che si sono esibiti e una menzione speciale per i nostri Kalavria, a Nino Stellitano e a Gigi Miseferi, che sono due brillanti testimonial delle nostre tradizioni, dell’arte e della cultura reggina”.

Parole che, inequivocabilmente, diventano già un invito alla prossima edizione con l’impegno a renderla migliore e ancora più appetibile. Intanto, finito “RadiCi”, si parte subito (da venerdì sera alle 21:30 sempre all’Arena dello Stretto) con il “Cilea Liric & Classic Music Festival” e il Gran Galà lirico “L’Opera lirica Italiana, Patrimonio dell’Umanità”. L’inizio di un altro festival che lascerà il segno culturalmente e socialmente arricchendo un articolato cartellone di eventi estivi che proseguirà anche a settembre. Anche questo del tutto gratuito per i cittadini e senza gravare in alcun modo sul bilancio comunale.

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