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Ex Polveriera Reggio, lo sfogo dei cittadini: “Lavori fermi e illegalità diffusa. Emergenze trattate con la solita superficialità”

Riceviamo e pubblichiamo lo sfogo di un gruppo di cittadini reggini:

“Correva l’anno 2023 e precisamente il giorno 19 ottobre qualche testata giornalistica titolava come appresso riportato la ripresa dei lavori dopo circa due anni di fermo presso il quartiere Ciccarello.

“Reggio, sgombero ex Polveriera: legalità più vicina. L’obiettivo è chiaro.”

“Riportare la legalità e restituire decoro ad un’area per troppo tempo abbandonata.”

“Di ieri l’ennesimo intervento da parte delle autorità di polizia in una delle aree più sensibili di Reggio Calabria. Parliamo dell’ex Polveriera che rappresenta una zona in cui per anni l’illegalità ha regnato.”

Come per incanto e nella più consona metodologia della gestione dei lavori in questa città, tutto si è fermato.

Osservando la presenza delle ruspe ed il lavoro in corso ci eravamo illusi che a distanza di sette lunghi anni forse eravamo arrivati alla soluzione tanto attesa e che finalmente si potesse raggiungere obiettivo primario dell’intervento che ricordiamo trattasi della “La riqualificazione e Valorizzazione area ex Polveriera a Parco Urbano Attrezzato” precisamente dalla delibera di Giunta Comunale n° 96 del 04 maggio 2018 con la quale si approvava un protocollo d’intesa tra il Comune di Reggio C, ANBSC, la Prefettura di Reggio Calabria e il Tribunale di Reggio Calabria per la realizzazione del progetto sociale denominato “ex polveriera: dall’emergenza abitativa alla legalità percepibile”; ciò che emerge è esclusivamente una illegalità diffusa tra l’indifferenza di tutti.

Ancor più strano risulta che ad oggi, ottobre ’22, non si è raggiunta la completa esecuzione dell’ORDINANZA SINDACALE 25 DEL 10/06/2022, titolata “ORDINANZA CONTINGIBILE E URGENTE PER LO SGOMBERO DI FATISCENTI MANUFATTI E ALLOGGI ABUSIVI RICADENTI NELL’AREA “EX POLVERIERA” DEL RIONE CICCARELLO”, con la quale, si evidenzia che l’art. 54, comma 4, del D.lgs. N. 267/2000 stabilisce che il Sindaco, quale Ufficiale del Governo, adotta con atto motivato, provvedimenti, anche contingibili e urgenti, nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento, al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana;

A distanza di tre mesi i lavori sono fermi, le macerie delle demolizioni sono rimaste sul luogo delle stesse, ma l’aspetto ancor più grave risulta essere la permanenza di tonnellate di rifiuti sversate all’interno dell’area durante le continue e lunghissime sospensione dei lavori volti alla bonifica dell’intera area.

All’interno del cantiere si continua a sversare di tutto, dai bustoni dell’RSU agli scarti di metalli e solo Dio sa se esiste la possibile presenza di rifiuti pericolosi.

Tutto nell’assoluto silenzio di quanti sono deputati sia al controllo del territorio sia da parte di chi ha l’onere della salvaguardia della salute pubblica.

Ma nulla è perduto, il risultato ad oggi è che, per fortuna, l’azione delle ruspe ha prodotto un campo visivo più degno liberando cosi dal tugurio delle loro tane centinaia di topi che pascolano indisturbati per l’intero quartiere.

Peraltro, si continuano ad osservare, soprattutto all’imbrunire, le presenze di persone non meglio identificate che circolano, in apparenza senza un motivo, tra le macerie ed i locali angusti di ciò che rimane della ex selleria presente nell’area di cantiere ed oggetto principale del contratto d’appalto.

Non si comprende quali siano i motivi del fermo ed è incomprensibile la superficialità con la quale vengono trattate emergenze di questa portata nella nostra città.

Si susseguono nella zona le operazioni denominate “Focus Ndrangheta” con l’enfasi che tali operazioni meritano a tutela della sicurezza dei cittadini tutti, ma consentitemi di affermare che appaiono ai agli occhi dei cittadini del quartiere come piccole gocce di speranza all’interno di un oceano di illegalità diffusa e non molto nascosta.

Appare più che evidente che il rispetto delle regole deve in ogni caso ri-partire dall’affermazione che le istituzioni, ognuno per la propria parte di competenza, devono riacquistare l’autorevolezza che essi stessi meritano.

Lo Stato in tutte le sue espressioni deve AGIRE e non Reagire alle situazioni di degrado ambientale, sociale ed economico presente sui propri territori.

Reagire è il segno evidente del fallimento”.

 

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