“Con il protocollo ministeriale “Mercure” del 2014 è stato avviato un modello virtuoso, partecipato e condiviso dentro il quale tutti gli attori e gli interessi di natura istituzionale, territoriali, sociali, occupazionali e produttivi potevano coesistere dentro una logica di compatibilità e sostenibilità ambientale.
Ad oggi, tutto questo è messo in forte discussione da una norma – approvata in modo surrettizio – lo scorso novembre dalla maggioranza in Consiglio regionale calabrese e pienamente sostenuta dal Presidente Occhiuto e dal consigliere di opposizione on. Laghi che, di fatto, decreta la chiusura della centrale e la perdita di circa 1500 posti di lavoro lungo tutta la filiera.
Riteniamo tale 𝗱𝗲𝗰𝗶𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗲 𝗹𝗲𝗴𝗶𝘀𝗹𝗮𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗶𝗻𝗮𝗰𝗰𝗲𝘁𝘁𝗮𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗲 𝗶𝗿𝗿𝗲𝘀𝗽𝗼𝗻𝘀𝗮𝗯𝗶𝗹𝗲 in quanto cancella, per motivi incomprensibili e forse attinenti a beghe partitiche di maggioranza, un modello produttivo di comprovata funzionalità e fiore all’occhiello di una Calabria che tra mille difficoltà ha saputo costruire opportunità collettive superando gli steccati ideologici e strumentali.
𝗡𝗲𝘀𝘀𝘂𝗻 𝗿𝗶𝘀𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼, 𝗱𝗮𝘁𝗼 𝘀𝗰𝗶𝗲𝗻𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝘁𝗿𝗮𝗰𝗰𝗶 𝘂𝗻𝗮 𝗶𝗻𝘀𝗼𝘀𝘁𝗲𝗻𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗮𝗺𝗯𝗶𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗲, 𝗮𝗹 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗮𝗿𝗶𝗼 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗱𝗮𝘁𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗱𝗼𝘁𝘁𝗶 𝗱𝗮𝗴𝗹𝗶 𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗮𝘂𝘁𝗼𝗿𝗶𝘇𝘇𝗮𝘁𝗶 𝗲 𝗰𝗲𝗿𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗮 𝗔𝗥𝗣𝗔𝗖𝗔𝗟 𝗲𝘃𝗶𝗱𝗲𝗻𝘇𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘃𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗠𝗲𝗿𝗰𝘂𝗿𝗲, 𝘂𝗻 𝗲𝗰𝗼𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗺𝗮 𝗮𝗺𝗯𝗶𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗲 𝘁𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗮 𝗮𝘃𝗲𝗿𝗲 𝗹’𝗮𝗿𝗶𝗮 𝘁𝗿𝗮 𝗹𝗲 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗽𝘂𝗿𝗲 𝗱’𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮. 𝗡𝗼𝗻 𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗱𝘂𝗻𝗾𝘂𝗲, 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘀𝗶 𝘃𝘂𝗼𝗹 𝗳𝗮𝗿 𝗰𝗿𝗲𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗳𝗿𝗼𝗻𝘁𝗲 𝗮𝗱 𝘂𝗻 𝗜𝗹𝘃𝗮 𝗖𝗮𝗹𝗮𝗯𝗿𝗲𝘀𝗲.
Per tali ragioni ribadiamo, con forza, che l’incertezza e il blocco degli investimenti impongono celerità e condivisione nelle azioni da intraprendere. A tal fine, siamo convinti e 𝗳𝗼𝗿𝘁𝗲𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗶𝗺𝗽𝗲𝗴𝗻𝗮𝘁𝗶 𝘂𝗻𝗶𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗮𝗹 𝗖𝗼𝗺𝗶𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗩𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗠𝗲𝗿𝗰𝘂𝗿𝗲 𝗮𝗳𝗳𝗶𝗻𝗰𝗵𝗲́ 𝗹𝗮 𝘃𝗲𝗿𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗮𝘀𝘀𝘂𝗺𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗰𝗮𝗿𝗮𝘁𝘁𝗲𝗿𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲, 𝗽𝗲𝗿 𝗱𝗶𝗺𝗲𝗻𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝗽𝗼𝘀𝘁𝗮 𝗶𝗻 𝗴𝗶𝗼𝗰𝗼 𝗶𝗻 𝘁𝗲𝗿𝗺𝗶𝗻𝗶 𝗼𝗰𝗰𝘂𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗶 𝗲 𝗱𝗶 𝘀𝘃𝗶𝗹𝘂𝗽𝗽𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼 𝘂𝗻 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗼𝗿𝘀𝗼 𝗶𝘀𝘁𝗶𝘁𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝗿𝗮𝗻𝗴𝗼 𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗮𝘂𝘀𝗽𝗶𝗰𝗮𝗻𝗱𝗼, 𝗽𝗲𝗿𝘁𝗮𝗻𝘁𝗼, 𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘃𝗼𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝘂𝗿𝗴𝗲𝗻𝘁𝗲 𝘁𝗮𝘃𝗼𝗹𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗿𝗶𝘀𝗶 𝗽𝗿𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗶𝗹 𝗺𝗶𝗻𝗶𝘀𝘁𝗲𝗿𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗜𝗺𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲 𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗠𝗮𝗱𝗲 𝗶𝗻 𝗜𝘁𝗮𝗹𝘆 al fine di avviare un confronto teso alla risoluzione immediata e positiva della vertenza per la difesa di un modello di sviluppo sostenibile, per gli investimenti e per il mantenimento di migliaia di posti di lavoro lungo tutta la filiera industriale e del legno.
Diversamente, saremo costretti, insieme ai soggetti coinvolti, partendo dai Lavoratori, a riattivare con convinzione 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗼𝗿𝘀𝗶 𝗱𝗶 𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗶𝗻𝗱𝗮𝗰𝗮𝗹𝗲 𝗮𝗹 𝗳𝗶𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗱𝗮𝗿𝗲 𝗰𝗲𝗻𝘁𝗿𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗮𝗹 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼 𝗲 𝘃𝗼𝗰𝗲 𝗮𝗱 𝘂𝗻𝗮 𝗿𝗲𝗴𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗵𝗮 𝗯𝗶𝘀𝗼𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗼𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗲 𝗲 𝗰𝗲𝗿𝘁𝗲𝘇𝘇𝗲 𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗲𝘀𝘀𝗮𝗽𝗼𝗰𝗵𝗶𝘀𝗺𝗼 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗲𝗱 𝗶𝘀𝘁𝗶𝘁𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲”.
Così in una nota il Segretario Filctem Cgil Nazionale Ilvo Sorrentino e il Segretario Generale Cgil Calabria Gianfranco Trotta.