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“Lucia si deve dimettere”: Rifondazione Comunista accusa il sindaco di Colosimi (CS) di apologia del fascismo e ne chiede le dimissioni

Riceviamo e pubblichiamo:

Viviamo tempi difficili, in cui un sindaco di un piccolo comune, forse ispirato dalla canea contro l’antifascismo di stampo governativo, non si rende conto, proprio dopo aver indossato la fascia tricolore, di calpestare e violare la Costituzione su cui poco prima ha giurato.

 

Questo fatto è avvenuto a Colosimi, paese del Savuto con forti tradizioni democratiche ed antifasciste, solo pochi giorni fa, ed è certo figlio del clima politico e sociale oggi infarcito, in Italia come in Europa e nel mondo, di egoismi, fascismi e razzismi.

 

Sull’onda di questi disvalori, nel nostro paese si è favorita l’approvazione di normative vessatorie come l’autonomia differenziata, in danno delle regioni meridionali e dei ceti più deboli, si è criminalizzata la solidarietà e si stanno acuendo le diseguaglianze; e, soprattutto, si sta destrutturando sistematicamente l’impianto democratico repubblicano, tentando persino di approvare una forma di premierato autoritario.

 

A tutto ciò bisogna opporsi con forza e determinazione, alzando la voce e scendendo in piazza, sia a livello nazionale che a livello locale.

 

E se da un lato siamo lieti del fatto che per accreditare una sua presunta distanza dal fascismo questo sindaco tenti falsamente di sostenere di “avere un vicesindaco tesserato di Rifondazione”, quindi comunque individuandoci rispetto all’opinione pubblica come un baluardo democratico ed una clava contro possibili deviazioni fasciste, dall’altro dobbiamo denunciare con forza l’impossibilità che un fascista, che per giunta mente spudoratamente, possa continuare a guidare un Comune.

 

L’art. 54 della Costituzione parla chiaro: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. La XII disposizione transitoria e finale della nostra Costituzione vieta la riorganizzazione del partito fascista e la Legge Scelba all’art. 4 vieta l’apologia del fascismo: “Chiunque… pubblicamente esalta esponenti, principii, fatti o metodi del fascismo oppure le finalità antidemocratiche proprie del partito fascista è punito con la reclusione fino a due anni…”.

 

Per doverosa precisazione segnaliamo che il vicesindaco Antonio Maletta (detto Ello, secondo il sindaco, ma non certo da noi!) ha avuto la tessera di Rifondazione Comunista per uno o due anni e non è più iscritto al Partito di certo da oltre 15 anni, né avrebbe potuto più esserlo, viste le sue mirabolanti scelte politiche!  Inoltre il circolo locale non ha sostenuto negli ultimi decenni alcuna amministrazione, nemmeno quelle che hanno creato il dissesto.

 

Per questo sosteniamo con certezza che Lucia dica il falso, così come siamo certi, visto che è stato ascoltato da tantissime persone che ce lo hanno riferito, che abbia affermato di essere fascista, ovvero due condizioni che richiedono, per un uomo che possa perlomeno definirsi tale (senza smentirsi, speriamo, questa volta) un solo e conseguente atto: le dimissioni!

 

 

Su questo ci aspettiamo, non solo noi ma tanti cittadini democratici ed antifascisti, una sollevazione forte delle forze politiche, delle organizzazioni sindacali, delle Istituzioni e delle associazioni democratiche ed antifasciste, a partire dall’ANPI.

 

Gianmaria Milicchio, Segretario Provinciale di Cosenza,

Francesco Saccomanno, Comitato Politico Nazionale,

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

 

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