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Tornano a casa i tesori del Museo Archeologico Nazionale Jatta di Ruvo di Puglia. Malacrino: “Un successo, con decine di migliaia di visitatori”

Al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria si chiude la grande mostra “Il vaso sui vasi. Capolavori dal Museo Jatta di Ruvo di Puglia”. Inserita nella programmazione per celebrare il Cinquantesimo anniversario dal ritrovamento dei Bronzi di Riace, l’esposizione è nata dalla collaborazione con la Direzione Regionale Musei Puglia, guidata dal dott. Luca Mercuri, e con il Museo Archeologico Nazionale Jatta di Ruvo di Puglia, diretto da Claudia Lucchese.

Una mostra che, a partire da maggio scorso, ha riscosso uno straordinario successo, sia in termini di affluenza che di interesse da parte del pubblico. Oltre 120.000 persone hanno avuto la possibilità di visitarla, ammirando decine di grandi e piccoli vasi figurati e “raffigurati”. Perché il tema dell’esposizione è stato proprio quello della rappresentazione e del significato dell’immagine delle varie forme vascolari nelle scene dipinte sui vasi.

«Abbiamo esposto quasi 50 reperti del Museo Nazionale Jatta – dichiara Luca Mercuri –, accostati fra loro in una sequenza del tutto originale e inedita, capace di raccontare un aspetto dell’iconografia e della funzione della ceramica a figure rosse solitamente poco affrontato nelle sale museali e del tutto assente nel consueto percorso di visita del Museo Nazionale Jatta. Nel contempo, l’esposizione ha offerto ai visitatori la possibilità di conoscere una classe di materiali non molto rappresentata nella Calabria meridionale».

Il percorso espositivo ha guidato i visitatori in un viaggio alla scoperta delle più iconiche forme vascolari antiche, attraverso temi fondamentali come il consumo del vino, il gineceo e i rituali funerari. Un’attenzione speciale è stata rivolta alla Peucezia, in particolare agli usi e ai costumi di quelle comunità.

«I vasi figurati, soprattutto quelli apuli, erano perlopiù destinati a far parte di ricchi corredi tombali appartenenti a coloni greci e a capi indigeni – commenta Claudia Lucchese. Per loro il contenitore deteneva un forte significato simbolico, mediato dalle scene dipinte ma anche dalla forma vascolare prescelta. Il vaso, infatti, pur essendo supporto di immagini, conservava sempre il ricordo della sua funzione originaria che, quando connessa al mondo femminile o maschile, poteva aggiungere un’interessante connotazione al recipiente stesso».

Anche i piccoli visitatori hanno potuto apprezzare i reperti in esposizione in maniera accessibile grazie, ad esempio, ai pannelli didattici sulle varie forme vascolari antiche. La mostra, poi, si concludeva con un’area tutte dedicata ai bambini, dove era possibile colorare e personalizzare i disegni dei vasi, imparando divertendosi.

«Accessibilità, meraviglia, sinergia e bellezza sono state le parole chiave di questa esposizione, che ha affascinato migliaia di visitatori in un anno così significativo, quale è quello del Cinquantesimo anniversario della scoperta dei Bronzi di Riace. Ringrazio gli amici Luca Mercuri e Claudia Lucchese per l’entusiasmo, nonché per l’impegno profuso nella realizzazione di questa mostra, che ha arricchito l’offerta espositiva del MArRC. Così come ringrazio tutto il personale che ha lavorato al progetto, dagli architetti agli archeologi, dal personale amministrativo ai restauratori, fino al personale di vigilanza che ha accolto e agevolato la fruizione del pubblico. Una bellissima esperienza che ha visto la Puglia e la Calabria unite nella valorizzazione di un eccezionale patrimonio archeologico».

Al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria è possibile accedere dal martedì alla domenica, con orario continuato dalle ore 9:00 alle 20:00 (ultimo ingresso ore 19:30). Queste le mostre temporanee ancora in corso: “Oltre l’emergenza. Attività e restauri dopo l’alluvione del 2018” al livello E, a cura di Carmelo Malacrino e Barbara Fazzari; “Sullo scaffale dello speziale. Vasi da farmacia nella Calabria del Settecento” nel magnifico spazio di Piazza Paolo Orsi, a cura del Carmelo Malacrino, Mariangela Preta e Maria Domenica Lo Faro; la piccola esposizione dedicata ai “Depositi in Mostra” al Livello D, curata da Malacrino e da Daniela Costanzo; “I Bronzi di Riace. Un percorso per immagini” con meravigliose fotografie di Luigi Spina.

Al MArRC si accede senza prenotazione ed è sempre consigliato l’uso della mascherina chirurgica.

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