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Dimensionamento scolastico: martedì la manifestazione a Lungro

Prevista per la mattina di martedì 10 ottobre la manifestazione di protesta per le nuove linee guida sul dimensionamento e l’autonomia scolastica che andranno a compromettere ancora di più la tutela della minoranza linguistica arbëreshe.

A organizzarla il primo cittadino di Lungro, Carmine Ferraro, con la partecipazione dei
cittadini, associazioni, studenti e docenti del Polo Arberesh di Lungro e le adesioni degli
omologhi delle comunità dell’istituto omnicomprensivo che comprende Acquaformosa,
Civita, Firmo, Frascineto, San Basile insieme ad altri sindaci di comuni di minoranza
arbëreshe.

La manifestazione vedrà i partecipanti ritrovarsi alle ore 10:00 all’IPSIA di Lungro, sede
della segreteria dell’istituto, per procedere in corteo lungo Corso Skanderbeg sino ad
arrivare alla Sala Consiliare – ex Dopolavoro – dove sono previsti gli interventi delle
autorità.

Ad animare i paesi arbëreshë il piano di riorganizzazione della rete scolastica regionale per
il triennio 2024-27, la riduzione di tutele per le minoranze e, di conseguenza, il paventato
smembramento del Polo Arberesh di Lungro.

“A seguito della riunione dei Sindaci della scorsa settimana e della creazione di un
documento-proposta inviato a diversi Enti riguardante sia l’autonomia degli istituti che, a
cascata, la tutela delle piccole scuole e delle formazioni delle classi – ha spiegato il sindaco
Ferraro – ora è il momento di far sentire la propria voce contro una possibilità che,
nonostante non sia ancora sulla carta, si fa avanti in modo minaccioso, ovvero la
distruzione dell’Omnicomprensivo di Lungro.

È bene far capire che, nonostante la soppressione degli omnicomprensivi sia un obiettivo
acclarato, quello di Lungro è ben al di sopra dei numeri minimi previsti per l’eliminazione
e che, anche se non li avesse – ha aggiunto Ferraro – sarebbe comunque tutelato come
plesso montano, nelle linee guida regionali, avendo cinque comuni su sei in area montana.”

La richiesta che arriva da Lungro e diretta in primis alla Provincia di Cosenza e poi alla
Regione Calabria, quindi, è decisa: chiarezza sul futuro del Polo di Lungro e sugli istituti di
minoranza arbëreshe affinché abbiano la loro autonomia.

Ferraro si sofferma poi sulla opzione “spezzatino” che potrebbero subire gli istituti di
minoranza linguistica: “Unire a freddo istituti superiori per il solo scopo di distruggere
delle realtà che funzionano, seguendo una mera ripartizione numerica, è contro qualsiasi
principio logico e di qualità dell’offerta formativa.
La battaglia che abbiamo promosso come sindaci è quella a favore delle autonomie di tutte
le scuole di minoranza linguistica, abbassando i limiti minimi per la sopravvivenza.
Giocare a sezionare le realtà esistenti è un danno irreparabile per il futuro delle comunità
marginali e delle aree interne”.

Il Polo Arberesh è nato dalla lungimiranza dei sei sindaci che, unendosi, al di là dei
campanilismi, hanno dato vita ad una scuola dinamica e che, grazie agli istituti superiori di
Lungro, completa il ciclo di formazione.

Il Liceo Scientifico e l’IPSIA sono istituti che, pur nelle difficoltà di un piccolo centro,
formano i ragazzi e, anche grazie al lavoro della dirigenza e dei docenti in perfetta sintonia
con le amministrazioni comunali, sono in perenne aggiornamento e destinatari di
finanziamenti e progetti nonché di collaborazioni con l’Università della Calabria.
Un istituto omnicomprensivo che ha investito continuamente sulle proprie scuole e sugli
istituti superiori che si sono arricchite anche di un corso serale perfettamente funzionante e
in continua crescita.

Un patrimonio che, sbriciolando il Polo in un artificioso rimpasto, verrebbe meno creando
così una sede staccata accorpata ad un altro istituto distante, con tutte le conseguenze
negative del caso.

Un’evenienza che Lungro e le altre cinque comunità dell’istituto, attraverso la
manifestazione di martedì 10 ottobre, convintamente respingono.

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