È stata sanata, nel corso dell’ultimo consiglio comunale, una vicenda paradossale che prende avvio nel 1984 e riguarda l’acquisizione coattiva sanante dei terreni in cui sorge il Palazzetto “Brillia”, punto che era stato discusso in Commissione Urbanistica, presieduta dal consigliere comunale Salvatore Tavernise. Di fatto il Comune si ritrovava inadempiente per non aver mai concretizzato l’acquisizione della proprietà dell’area, non avendo terminato il procedimento con il decreto di esproprio. Grazie all’articolo 42 bis del testo unico sugli espropri per pubblica utilità, il comune può riacquisire in maniera coattiva sanante la proprietà del bene. L’articolo 42 bis del testo unico sugli espropri per pubblica autorità recita, infatti, che l’autorità che gestisce un bene per pubblica utilità, anche senza un regolare procedimento di esproprio, può acquisirne la proprietà dietro il pagamento dell’indennizzo ai proprietari.
Nel 1991 il comune di Corigliano con decreto di occupazione di urgenza raggiunge un accordo con i proprietari del terreno su cui si trova il Palazzetto, ma non chiude nei 5 anni la procedura di esproprio. I proprietari in successivo giudizio, per lesione del diritto di proprietà, ottengono un risarcimento per 300mila euro. Il Comune pur condannato non paga i proprietari che si rivolgono al Tar che nomina un commissario ad acta che tra il 2014 e il 2018 indennizza i proprietari dei terreni. Resta l’illecito commesso dal Comune che non ha emanato, nei cinque anni previsti, il decreto di esproprio previsto in virtù della dichiarazione di pubblica utilità. Illecito sanato con l’adozione dell’articolo 42 bis che prevede l’acquisizione dell’area da parte della pubblica amministrazione con un decreto sanante.
«Una situazione che, grazie al lavoro licenziato in Commissione, siamo riusciti a sanare in consiglio, all’unanimità dopo quasi quarant’anni trascorsi per incuria, sciatteria e dannosa gestione amministrativa da parte dell’estinto comune di Corigliano – afferma il presidente della Commissione Urbanistica, Salvatore Tavernise – l’area in questione è una importante vetrina per la nostra città dal punto di vista sportivo e non solo visto l’eccellente utilizzo fatto durante la fase pandemica come hub vaccinale»
«Nel 1984 il consiglio comunale dell’estinto comune di Corigliano Calabro, approvava il progetto per la realizzazione degli impianti sportivi Brillia, un’idea davvero importante – afferma il sindaco Flavio Stasi – Nel 1992, dopo vari procedimenti, la giunta ha autorizzato l’occupazione dei terreni necessari per realizzare l’opera, ma senza gli atti necessari, così nel 2008 il Comune è stato condannato a risarcire i proprietari, per un totale di 300 mila euro. Nonostante si fosse pagato l’indennizzo, però, il Comune non aveva mai proceduto ad acquisire i beni, cioè i terreni dove oggi sorgono il Palasport e il Campo Sportivo, per i quali abbiamo intercettato finanziamenti per un milione di euro. In pratica, formalmente, il Comune non era ancora proprietario di quei beni. Grazie al lavoro degli uffici, dell’esecutivo e della Commissione Urbanistica, lunedì in consiglio comunale abbiamo deliberato, all’unanimità, l’acquisizione “sanante” da parte del Comune, dopo quasi quaranta anni»