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Reggio Calabria, i risultati del laboratorio di ricognizione archeologica su via Popilia: “La grande storia è passata dalla piccola Melia”

I risultati del laboratorio di ricognizione archeologica, tenutosi lo scorso maggio presso le Grotte di Tremusa, sono stati esposti in una conferenza svoltasi nella Parrocchia di San Gaetano da Thiene in Melia. L’iniziativa promossa dall’associazione “Famiglia Ventura” in collaborazione con la Parrocchia e l’associazione “La Voce dei Giovani” di Melia è stata sponsorizzata Leo Club “Vittoria G.S. Porcelli” e dal Lions Club Reggio Calabria Host, entrambi appartenenti al distretto 108YA.

«L’importanza del laboratorio è stata quella di avere individuato delle evidenze certe attestanti il passaggio della Via Popilia nel Vallone di Tremusa e dunque all’altezza delle Grotte. Sono quindi arrivate conferme per quelle che fino a ieri erano solo delle ipotesi – spiega l’archeologo Riccardo Consoli, a capo della spedizione – I rilevamenti all’interno delle Grotte invece non hanno restituito reperti e la loro natura esclude un loro utilizzo da parte dei monaci e degli eremiti basiliani. Tracce di usi in epoca protostorica potrebbero anche emergere grazie all’accumulo che caratterizza il sito, ma sarebbero necessari maggiori investimenti e strumentazioni per ottenere delle risposte. Questo come molti altri siti della nostra provincia sono considerati minori proprio perché poco studiati, questa è stata l’occasione per illustrare come la grande storia sia passata pure dalla piccola Melia».

Soddisfazione per l’iniziativa è stata espressa dall’ing. Paolo Battaglia del Leo Club, intervenuto in rappresentanza anche dai Lions, così come anche dal prof. Antonino Micari, sindaco di San Roberto, dal presidente Nino Surace dell’associazione “La Voce dei Giovani” e dallo studioso Francesco Ventura, responsabile dell’iniziativa per l’associazione “Famiglia Ventura”. Altro importante passaggio è stato quello del topografo Antonio Gambino, il quale ha realizzato un rilievo 3D delle Grotte.

«Iniziative come queste ridestano l’interesse del Parco sulle Grotte di Tremusa, le quali, sebbene fuori dal nostro perimetro, rappresentano una componente naturalistica imprescindibile – ha spiegato Giorgio Cotroneo, funzionario del Parco d’Aspromonte – Sappiamo dei problemi legati alla frana della strada interpoderale, su cui è stata sollecitata la nostra attenzione. Riteniamo auspicabile e possibile inserire Melia nel circuito turistico del Parco, specie scolastico, in modo da premiare e sostenere comunità attive come quella meliota».

Un ringraziamento è andato agli studenti dell’Università di Messina e di Firenze intervenuti nel laboratorio: Sara Arnò, Pietro Culicetto, Michelangelo La Spina, Domenico Smorto, Chiara Spadaro e Valentina Nastasi; nonché all’archeologo Alessandro Manariti ed a Lino Licari, guida ufficiale del parco d’Aspromonte, entrambi impegnati sul campo durante l’iniziativa.

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