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Successo per la giornata alla scoperta della Chiesa dello Spirito Santo di Scilla a cura della Delegazione Fai di Reggio Calabria

La storia, i racconti, le suggestioni di una cripta svelata.

Ed ancora: il restauro e il protagonismo di giovani impegnati in una buona prassi di Percorsi per le Competenze Trasversali e l’orientamento, con il liceo artistico Preti-Frangipane e la soprintendenza, e la collaborazione dell’Ufficio Beni culturali della Diocesi reggina, con il suo direttore don Domenico Rodà.

È stata una giornata da incorniciare, quella organizzata dalla Delegazione reggina del Fondo Ambiente italiano nella Chiesa dello Spirito Santo di Scilla – lo scorso 17 dicembre.

Una visita guidata con i protagonisti dell’intervento conservativo sull’arredo ligneo settecentesco dell’unica chiesa che, nel Reggino, sia sopravvissuta ai terremoti del 1873 e del 1908, a guerre, bombardamenti, tsunami.

Il capodelegazione FAI, Dina Porpiglia, ha dato il benvenuto, sul sagrato del tempio, a volontari, partner, giovani e visitatori che, in occasione delle feste, hanno voluto unire il piacere della scoperta alla gioia di uno scambio di auguri avvenuto nel cuore della perla del Tirreno.

Grazie alla disponibilità del parroco, don Francesco Cuzzocrea, e ai parrocchiani che hanno allestito il presepe e addobbato la chiesa per renderla ancora più accogliente e suggestiva,  la visita è divenuta un momento prezioso per vivere la comunità, oltre che per godere di bellezze inestimabili.

La giornata si è aperta con l’introduzione di Salvatore Palmeri, docente dell’Istituto Preti-Frangipane e delegato scuola FAI RC, che ha illustrato la premiata esperienza del restauro dell’arredo ligneo dell’antica chiesa di Scilla, grazie a un progetto PCTO – Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’orientamento – che vede protagonisti, oltre all’istituto, la soprintendenza ABAP di Reggio Calabria-Vibo (con il funzionario Maria Cristina Schiavone), l’ufficio beni culturali della Diocesi – diretto da don Rodà – e la parrocchia dello Spirito Santo di Scilla.

Un progetto che ha ottenuto il primo premio dalla Camera di Commercio reggina, come buona prassi nell’ambito di quella che un tempo veniva definita l’alternanza scuola-lavoro, e che è approdato anche a una collaborazione con la facoltà di Architettura dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, con la quale è stato riprodotto – e stampato in 3D – il prototipo in resina dei braccioli mancanti del coro ligneo della chiesa, per la loro integrazione in fase di restauro. Un progetto, ancora, rientrato tra i selezionati per la Biennale di Architettura del 2021.

Aurora Alampi e Ilaria Serpa, le due giovani studentesse del Preti-Frangipane impegnate attivamente nel restauro e nelle attività di laboratorio – e seguite costantemente dal prof Palmeri e dal funzionario della soprintendenza, Schiavone – hanno raccontato con dovizia di particolari tutti i passaggi di questa entusiasmante esperienza.

Da Aurora e Ilaria, i visitatori e i volontari del Fai hanno potuto scoprire quanto realizzato grazie agli interventi conservativi sugli arredi sacri e le opere d’arte lignee della Chiesa dello Spirito Santo di Scilla.

Un magnifico e appassionante viaggio nella storia della chiesa e di suoi capolavori, tra cui un’opera cinquecentesca raffigurante San Francesco Da Paola, è stato guidato da Rocco Panuccio, delegato beni culturali della parrocchia di Scilla, con i racconti storici che hanno letteralmente incantato l’uditorio.

A seguire il momento che tutti aspettavano: la cripta dell’antico tempio è stata aperta eccezionalmente per permettere una visita speciale. In questa zona ipogea della chiesa venivano seppelliti i cadaveri prima dell’editto di Saint-Cloud.

 

Un luogo architettonicamente pregevole e molto suggestivo, che gli ospiti della delegazione Fai hanno potuto visitare e scoprire.

Don Domenico Rodà, direttore dell’Ufficio Beni culturali della Diocesi Reggio Calabria – Bova, ha, quindi, celebrato la messa, ricordando il valore della Bellezza e della fraternità.

Infine, la visita nel laboratorio di restauro ha reso possibile scoprire gli interventi in atto sulle opere d’arte lignee della Chiesa scillese.

La giornata si è conclusa con un allegro momento di convivialità e un brindisi per le vicine feste.

Un saluto a un anno nel quale la Delegazione reggina del Fai –  con la sua capodelegazione Dina Porpiglia e il già capodelegazione (e delegato regionale Ambiente del FAI) Rocco Gangemi – ha portato a compimento un intenso programma, nel segno della cura e della valorizzazione del patrimonio culturale reggino.

E un incontro per augurarsi – e augurare alla città – un 2023 ricco di scoperte e avvincenti esperienze nei tanti luoghi del cuore che il territorio offre e che il Fondo Ambiente Italiano si impegna a far conoscere, amare e proteggere.

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