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Bonifica SIN Crotone, O. Greco (IdM): “Città merita rispetto”

“Nel 1984, Pasquale Saraceno nel rapporto sull’economia nel Mezzogiorno scriveva: ‘L’intervento straordinario è necessario fin quando l’economia italiana risulterà composta di due sistemi, caratterizzati da modelli di sviluppo diversi’.
Saraceno insieme a De Gasperi capirono, già in tempi non sospetti, che era necessario un intervento straordinario del Mezzogiorno per abbattere i divari sempre più preoccupanti.
Da lì l’esigenza di imprimere forte il segno sull’economia con un intervento straordinario che mostrò, nella parte finale, le sue lacune. Infatti, se all’inizio si puntò moltissimo sulle infrastrutture (vedi strade, fognature, acquedotti), nella seconda parte dedicata agli insediamenti, si attestò un clamoroso fallimento.
Basti pensare al caso della “Pertusola” o di altre aziende chimiche già presenti nelle altre aree del paese e delocalizzate al Sud per creare sviluppo e occupazione.
Fu però un intervento che non coincise con la storia e la vocazione del territorio, costruendo cattedrali che hanno generato deserto dove il deserto non c’era.
Aziende che, pur alimentate da fondi pubblici, hanno lasciato col tempo soltanto inquinamento; morti e una conseguente impennata della disoccupazione.
La bonifica della “Pertusola” è stato uno dei temi più dibattuti in quanto tale insediamento chiuso nel 1999 ha lasciato nella terra di Pitagora un territorio violentato e martoriato, creando un’industria chimica proprio in un momento nel quale in tutte le altre città italiane, le industrie chimiche, stavano fallendo producendo solo disastri e abbandoni con un rilevante inquinamento di tutte le aree interessate.
Questa è stata la parte ampiamente negativa dell’intervento straordinario al Mezzogiorno dove non si è finanziato lo sviluppo del territorio ma si è finanziato le industrie del nord che hanno delocalizzato uccidendo quel che di buono al Sud c’era.
Rispetto a questo tema Italia del Meridione rivendica un nuovo intervento straordinario di investimenti per quanto riguarda le infrastrutture, restituendo al Sud quello che è stato tolto.
In tal senso, Crotone, dopo essere stata vilipesa a seguito di questi interventi, non merita un ulteriore affronto con l’installazione di discariche per smaltire i rifiuti pericolosi che l’ENI ha creato.
Per questo, Italia del Meridione, crede fortemente che Eni, come gia’ stabilito, anche da una sentenza, debba farsi carico dell’onere dello smaltimento dei rifiuti pericolosi ai sensi di Legge e con meno danni possibili per i cittadini.
Sulla destinazione di questi rifiuti mi pare che si stia parlando del nulla, infatti, se sul territorio sono presenti ed attivi dei siti in grado di ricevere questi rifiuti, allora se ne può parlare. Se invece questa possibilità non esiste, i rifiuti andranno portati fuori regione presso altri siti, come peraltro si era già impegnata Eni.
È impensabile che si realizzino nuove discariche, o ampliamenti di quelle esistenti, in un territorio che, nella Regione Calabria, è quello che ha subito la maggiore pressione ambientale.
La Calabria e, in questo caso Crotone, pretendono rispetto!”.
Così Orlandino Greco, segretario di Italia del Meridione.
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