Un saluto commosso e addolorato oggi al grande MAGISTRATO, grande SERVITORE dello Stato, UOMO delle Istituzioni che avrebbe meritato un trattamento migliore di quello ricevuto, il Giudice Agostino Cordova.
Ho conosciuto il Dottore Cordova a seguito delle innumerevoli inchieste a cui ha partecipato mio padre, come suo strettissimo collaboratore. Inchieste inerenti la massoneria deviata, sulle logge irregolari calabresi, che hanno portato mio padre a girare l’Italia in città come Mornago, Trento, Trieste, Firenze e tante altre.
Un’ Inchiesta caratterizzata dalla singolare situazione in cui si ritrovarono mio padre e i suoi uomini. Accadeva che arrivati nelle città appena menzionate, al benvenuto amichevole e collaborativo che ricevevano di consueto, non appena si veniva a sapere il “motivo” della loro presenza sui territori, l’inchiesta sulla massoneria deviata, (stranamente) iniziavano ad avere tutti (o quasi) un comportamento schivo, indifferente e a tratti, quasi di repulsione rispetto all’attività che si doveva svolgere. Tutto questo perché nessuno voleva avere a che fare con “quelli di Cordova”.
Agostino Cordova, un magistrato molto determinato, che ricordo col suo inseparabile sigaro sempre in bocca, che riponeva nei confronti di mio padre una fiducia assoluta, tanto da considerarlo il “dominus” dell’attività investigativa sulla piana di Gioia Tauro.
Agostino Cordova, un magistrato autorevole, potente e scomodo, criticato da destra e sinistra.
L’Uomo che nel corso della sua attività investigativa presso la Procura di Napoli si ritrovò ad essere bersagliato anche dai suoi stessi colleghi. Mezza Procura firmò un documento chiedendone il trasferimento e l’altra metà si astenne.
Agostino Cordova, un magistrato che per la sua attività è sempre risultato inviso al potere e alla criminalità, per aver saputo avversare e contrastare colletti bianchi e ‘ndranghetisti.
Ecco Dottore per questo e altri motivi, oggi, avrebbe meritato di avere una chiesa ancora più gremita di persone, avrebbe meritato la mobilitazione di tutta la comunità reggina, che invece, con la solita indifferenza civile, ha perso l’ennesima occasione di manifestare un autentico attaccamento ai valori della Giustizia, dimostrando (ancora una volta) di non saper affrontare le responsabilità con il passato e il timore per i poteri che purtroppo ancora oggi opprimono e condizionano la città.
Caro Giudice Cordova, GRAZIE per tutto quello che ha fatto!”. Lo afferma in una nota il Presidente dell’Associazione Cosimo Giuseppe Fazio, Antonino Carlo Fazio.