“Apprendo con piacere che in tutta la regione i presidenti di Province e Città Metropolitana di Reggio Calabria stanno avviando concertazioni e conferenze di ambito con i sindaci e con i dirigenti scolastici dei territori di riferimento, al fine di predisporre, entro giorno 15 ottobre, dei piani provinciali coerenti ai bisogni delle realtà locali e all’esigenza di una razionalizzazione della rete scolastica funzionale a garantire la dirigenza nelle aree interne o, comunque, in quei territori dove maggiori sono le situazioni di disagio socio economico. Mi appello alla correttezza istituzionale dei presidenti o dei delegati affinché venga resa un’informazione chiara e trasparente”.
É quanto afferma in una nota Giusi Princi, vice presidente della Giunta regionale, con delega all’istruzione. “Voglio ricordare – aggiunge la vicepresidente – soprattutto alla Città Metropolitana di Reggio, che il numero di autonomie scolastiche da ridurre non è stato disciplinato dalla Regione bensì dalla legge di bilancio n. 197/2022; discende da una precisa indicazione europea legata al Pnrr che mira ad adeguare la rete scolastica all’andamento anagrafico della popolazione studentesca. Le linee di indirizzo regionali, inoltre, non sono affatto ‘stringenti’ tutt’altro: a differenza di quelle di altre regioni non prevedono, infatti, un tetto minimo o massimo di studenti ai fini della conservazione dell’autonomia scolastica, ma indirizzano le Province a mantenere le dirigenze scolastiche e, quindi, le autonomie nelle aree interne o, in ogni caso, in quei territori laddove, attraverso concertazioni con le parti, ritengano sia necessario. Le linee guida demandano ai presidenti a al sindaco della Città Metropolitana, la responsabilità di decidere ritenendo questi ultimi infatti, l’interfaccia dei territori coloro che meglio dovendoli rappresentare ne conoscono i bisogni. Gli indirizzi regionali indicati dalle linee guida invitano a preferire gli accorpamenti nei grossi centri urbani dando la possibilità, con il criterio della compensazione, di salvaguardare le aree interne, le minoranze linguistiche, o quanto ogni singola realtà provinciale riterrà opportuno tutelare. Mi preme specificare, ancora una volta, che linee guida sono state condivise con le Organizzazioni sindacali di categoria e con gli stessi presidenti di Provincia/Città Metropolitana. Se la regione, come avviene in altre parti d’Italia, avesse posto un tetto minimo di studenti ai fini della conservazione dell’autonomia scolastica, per gli enti non ci sarebbe stata alcuna possibilità di tutelare le aree marginali”.
La vicepresidente ricorda, poi, che “in Calabria, sono tantissimi gli istituti scolastici in reggenza, scuole, soprattutto delle aree interne che da anni sono senza dirigente scolastico. Come è emerso nel corso della recente riunione con tutte le Province e la Città Metropolitana di Reggio, estesa alla componente tecnica, tale situazione è la fotografia plastica di un dimensionamento che nella Regione risale al lontano 2012; altre regioni, nelle quali tale operazione di razionalizzazione è stata effettuata ogni due-tre anni, inevitabilmente, perdono meno autonomie scolastiche. Alla luce di quanto sopra invito, pertanto, la politica tutta, supportata dalla parte tecnica, ad operare con responsabilità, consapevole che il diritto allo studio degli studenti calabresi sarà determinato da una efficace razionalizzazione della rete. Come ha anche evidenziato la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, Antonella Iunti, nel corso dell’ultima riunione, si invitano le Province e la Città Metropolitana, in questa delicata fase, ad operare secondo criteri di buon senso, garantendo un ridimensionamento della rete rispettoso della vicinorietà e garante di un’offerta formativa razionale e variegata negli indirizzi di studio”.