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Grande commozione per Il Nibbio al Reggio Calabria FilmFest

Una meravigliosa serata, piena di sorprese ed emozioni, ha suggellato la diciannovesima edizione del Reggio Calabria FilmFest, RCFF – Festival dello Stretto, sostenuto da Città Metropolitana di Reggio Calabria, Calabria Film Commission e Mic.

Un gran finale degno dell’intensa sei giorni che ha animato la Città, con ospiti prestigiosi, che si sono alternati sul red carpet di piazza De Nava.

 

Il Direttore generale Michele Geria e il Direttore artistico Gianlorenzo Franzì sono stati affiancati da una madrina d’eccezione, Alma Manera, artista poliedrica della nostra terra.

 

Tanti applausi e viva commozione alle parole di Claudio Santamaria, che ha voluto essere presente con un collegamento telefonico alla prima proiezione pubblica de “Il Nibbio” nella città natìa di Nicola Calipari, l’alto dirigente del Sismi che sacrificò la propria vita per salvare quella della giornalista Giuliana Sgrena. Un indimenticabile e indimenticato eroe reggino, unica medaglia d’oro insignita al valor militare motu proprio dal Presidente Ciampi a un uomo dei servizi segreti.

 

Nel talk che ha preceduto la visione della pellicola – realizzata con il sostegno di Calabria Film Commission e vincitrice dei Globi d’oro 2025 per il Miglior Film e il Miglior Attore Protagonista – Santamaria, che ha magistralmente interpretato l’ufficiale – ha parlato di «una lavorazione meravigliosa perché eravamo tutti consapevoli e coscienti di raccontare non solo un pezzo di storia italiana importante, ma anche di raccontare una persona del nostro paese importante, un uomo delle istituzioni, per come io vorrei che tutti fossero gli uomini delle istituzioni; un grande uomo di pace, un grande mediatore che odiava le armi, padre di famiglia amorevole che ha dato tutto se stesso per amore della giustizia e della verità». Per Santamaria “Il Nibbio” è «un film necessario», un racconto per immagini che ha visto l’impegno corale di tutto il cast, sotto la guida del giovane regista Alessandro Tonda.

 

E proprio il regista – anch’egli in collegamento telefonico al RCFF 2025 – ha spiegato come la realizzazione del film «difficile e impegnativa», lo abbia «reso orgoglioso di raccontare la figura di un esempio per tutti noi», attraverso «un ritratto inedito e sconosciuto», grazie soprattutto alla testimonianza e alla collaborazione della moglie di Calipari, Rosa Maria Villecco, della sua famiglia e dei servizi segreti italiani, che oggi – forti di questa grande eredità – nell’esercizio del proprio dovere si ispirano al cosiddetto “codice calipariano”.

 

Presenti sul palco del RCFF 2025 l’attore Andrea Giannini e il produttore Francesco Scavelli. Intense le sue parole: «siamo particolarmente orgogliosi che questa sera Reggio Calabria possa vedere il film. La forza di Nicola era quella di mediare – ha detto – intercettava il bisogno senza usare le armi, senza usare la forza dei soldi, e così riusciva a convincere dei terroristi a portare a casa gli italiani e non solo» liberando tantissimi ostaggi, «utilizzava la mediazione come un ponte di pace». «Calipari era detto “il nibbio” per le sue origini aspromontane», ha proseguito Scavelli, aggiungendo: «abbiamo riaperto un genere nel cinema italiano che per vent’anni ha dimenticato di mettere lo Stato al centro, ha dimenticato gli uomini dello Stato che ogni giorno in silenzio contrastano il terrorismo, la criminalità, la delinquenza».

 

Ma la serata finale del festival reggino ha visto anche la Presentazione della Giuria tecnica del Concorso di Cortometraggi Millennial Movie, presieduta da Massimo Proietto (Vicedirettore Rai Sport) e composta da professionisti d’eccezione: il regista e attore Fabrizio Lopresti, anche lui di origini reggine, interprete raffinato ed esperto autore tv, animatore, nel pomeriggio, di una partecipata masterclass di recitazione e conosciuto per il ruolo da Daiana Wonder Woman e altri supereroi nella sitcom della Gialappa’s “Sensualità a corte”; le attrici Marta Limoli e Lina Siciliano, quest’ultima interprete del film “Una Femmina”, e dai critici cinematografici del Sindacato SNCCI Davide Magnisi e Michela Manente, emozionati nel ricordo del collega scomparso di recente, decano della critica cinematografica, Paolo Micalizzi, a cui quest’anno il Festival ha intitolato un premio. I giurati hanno decretato i vincitori tra i 12 finalisti del concorso su 122 iscritti, sottolineando la caratura delle opere in concorso, interessanti e innovative.

 

Tre premi Millennial Movie, dunque, a MARCELLO, di Maurizio Lombardi (Miglior Cortometraggio, Premio Raf Vallone Miglior Attore Protagonista a Francesco Gheghi, Premio Paolo Micalizzi della critica – patrocinato da SNCCI,  Premio Giacomo Battaglia Miglior Attore non protagonista a Mario Sgueglia, proclamato dedicando un ricordo all’indimenticato attore reggino con le parole sul palco della sorella Angela); Premio Leopoldo Trieste Miglior Attrice non protagonista a Barbara Ventura per L’ACQUARIO; Premio Gianna Maria Canale Miglior Attrice protagonista a Yosr Nenni per AL WADIAA; Premio Air3 Miglior regia a LA CONFESSIONE, di Nicola Scorcinelli.

 

Un bellissimo momento, poi, dedicato allo Sport e alla passione amaranto, è stato introdotto dal videomessaggio dell’ex allenatore della Reggina Pippo Inzaghi. Sul palco del RCFF, insieme a Massimo Proietto, anche il Direttore di Rai Sport Francesco Petracca, che ha onorato il Festival della sua presenza ed è stato omaggiato della maglia della squadra amaranto dal neo Presidente del Coni Calabria Tino Scopelliti. Hanno preso la parola per un saluto il Delegato al Turismo del Comune di Reggio Calabria Giovanni Latella e l’ex calciatore della Reggina Francesco Marino. L’augurio corale dal palco del Reggio FilmFest è stato di rivedere la squadra del cuore gareggiare nelle categorie più alte del campionato.

 

La serata conclusiva del Festival è stata aperta dalla grande partecipazione e attenzione del pubblico per la proiezione del Documentario non in concorso “E io ci sto” di Leonardo Metalli, storia filmata della vita e la carriera di Rino Gaetano, “un cantautore unico che sfida gli stereotipi convenzionali e le ingiustizie sociali”. Un avvincente racconto esclusivo del giornalista del tg1, attraverso luoghi, familiari e amici, su un artista indimenticabile ma anche profetico – scomparso tragicamente il 2 giugno 1981 – come le sue canzoni vive e attuali, ancora oggi cantate anche dai giovanissimi. Applausi e apprezzamento per un lavoro ricchissimo di contenuti e pieno di ritmo, come le canzoni di Gaetano, artista scomodo talvolta escluso dal palcoscenico o sminuito platealmente in TV, per i suoi temi controcorrente e di critica ai politici e alla società.

 

Centrale, naturalmente, anche la proclamazione dei vincitori del concorso per i lungometraggi Bergamotto d’Argento: Miglior Film LABIRINTI (di Giulio Donato); Migliore Fotografia a Gianni Mammolotti (per EVEN); Miglior attrice protagonista a Simona Cavallari (per EVEN); Miglior Attore non protagonista a Sebastiano Bigazzi (per JACK & LOU); Premio Woman in Film, Television & Media Italia a EVEN; Menzioni speciali per EFFETTO NICHOLAS di Edoardo Anselmi, IL SEGRETO di Augusto Zucchi e TEATRI DI_VERSI di Davide Crea, Vincenzo Mercurio (a cura di AIPD RC).

 

Infine, Premio Fata Morgana a Massimo Lopresti, autore televisivo reggino di gran successo.

 

Centrato in pieno da un programma intenso, articolato e coinvolgente, dunque, il claim del RCFF 2025 “Bellezza eterna, Identità viva” che – vissuto nei luoghi nevralgici della cultura – ha fatto breccia nel pubblico di addetti ai lavori e appassionati della settimana arte.

 

Come vivere un sogno, per Reggio e per tutta la Calabria: uno di quelli che, al risveglio, lasciano addosso la gioia e il coraggio di riappropriarsi della capacità di sognare. Perché è proprio questa la chiave per cambiare davvero narrazione: credere nella cultura, nel cinema, nei talenti che abitano questa terra e sanno raccontarla al mondo in tutta la sua verità.

Un messaggio chiaro e potente, lanciato dal palco del Festival e al centro della visione della Calabria Film Commission: scommettere sulla bellezza, sull’identità e sulla forza del racconto come strumenti per restituire alla Calabria la voce, la dignità e il futuro che merita.

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