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Addio a Juliette de La Genière: ad Amendolara (Cs) portò alla luce le necropoli di Paladino e Mangosa

L’archeologa francese Juliette de La Genière, ellenista, specialista dei rapporti tra la civiltà dei Greci e quella dei Latini, che ha diretto scavi nei siti della Magna Grecia, portando alla luce necropoli nel Sud Italia, è morta all’età di 94 anni a Neuilly-sur-Seine. L’annuncio della scomparsa è stato dato dall’Académie des inscriptions et belles-lettres di Parigi, dove era stata eletta nel 2000. Nata il 4 agosto 1927 a Mulhouse come Juliette Massenet, sposò nel 1952 Renaud de La Genière (1925-1990), futuro governatore della Banque de France e presidente e amministratore delegato della Compagnie Financière de Suez.

Dopo gli studi universitari e il dottorato in archeologia classica, ottenne il diploma di curatore di musei all’École du Louvre. Dal 1969 al 1996 è stata professoressa all’Università di Lille, dove aveva fondato il Centro di ricerca in archeologia. È stata professore associato alla Scuola Normale di Pisa (1983-85) e visiting professor all’Università di Trento (1988-89).

Specializzata in archeologia ellenistica, ha diretto, dal 1988 al 1997, gli scavi del santuario di Apollo a Claros, in Turchia, e quelli del santuario di Hera a Paestum, in Campania. Ha inoltre portato avanti numerosi progetti di ricerca sull’età del ferro nell’Italia meridionale, conducendo scavi dagli anni ’60 nei siti di Sala Consilina, Amendolara e Francavilla Marittima, con la pubblicazione di numerosi articoli grazie all’École française de Rome. In particolare ad Amendolara (Cosenza) ha condotto scavi che hanno portato alla luce le aree sepolcrali delle località Paladino e Mangosa.

Era membro dell’Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici di Firenze, del Centro Jean Bérard di Napoli, dell’Istituto Archeologico Austriaco, dell’Istituto Archeologico Germanico, dell’Istituto siciliano per la Storia antica di Palermo, dell’Istituto della Magna Grecia, della Commissione del Corpus vasorum antiquorum (di cui è stata direttrice) e socia corrispondente dell’American Archaeological Institute. Era stata insgnita del titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

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