Partecipazione e dialogo sociale, per costruire un Patto per la Calabria, una grande alleanza fra mondo del lavoro, imprese, istituzioni per superare i divari, per rigenerare i territori.
La priorità è il lavoro dignitoso e sicuro, alzare il tasso di occupazione al 45%, inferiore di 18 punti rispetto alla media nazionale, superare i divari nei tassi di occupazione giovanile e femminile, ridurre il numero dei giovani NEET. Il lavoro non si crea per decreto, ma è il lavoro di qualità che genera dignità.
“Serve – dichiara il Segretario Generale della CISL calabrese Giuseppe Lavia – un grande Piano per le politiche attive del lavoro. Serve attuare tutte le misure del piano PADEL promosso dalla Regione, individuando nuove risorse finalizzate, ad esempio, al sostegno alle imprese che trasformano rapporti di lavoro part time in full time, per contrastare il part time involontario, troppo alto in Calabria, che genera salari bassi e pensioni future bassissime.
Serve – prosegue Lavia – una programmazione delle risorse comunitarie che non parcellizzi la spesa, che si concentri sulle basi, ad iniziare da un ciclo integrato delle acque moderno e efficiente, con investimenti su reti e sistemi su idrico-irriguo-depurazione. La Calabria potrebbe diventare una unica grande bandiere blu e non avere più sete.
Di fronte a noi una stagione di investimenti infrastrutturali: S.S. 106, Ponte sullo Stretto, PNRR, edilizia sanitaria. Oltre 20 miliardi di opere nei prossimi anni. Serve un grande piano di formazione delle competenze che servono per realizzare le opere, a partire dall’edilizia, rispondente pienamente ai fabbisogni delle imprese. Servono più saldatori, gruisti, per esempio, e meno addetti alla segreteria.
Così come serve individuare le risorse necessarie per realizzare l’Alta Velocità/Alta Capacità ferroviaria fino a Reggio Calabria.
La legalità, il contrasto alla pervasività della ndrangheta, la difesa del perimetro dei cantieri dalle infiltrazioni, sono precondizioni di ogni processo di sviluppo.
Sulla sicurezza sul lavoro, per fermare la scia di sangue, individuiamo alcune azioni concrete. La creazione di una piattaforma informatica che renda tracciabile, controllabile e certifichi la qualità della formazione su salute e sicurezza. Insomma, una stretta sugli attestati facili, sui corsi di scarsa qualità, su comportamenti opachi ed elusivi. L’avvio del Piano Operativo del Comitato Regionale sulla Sicurezza sul lavoro, con azioni di coordinamento e di indirizzo degli Enti preposti, valorizzando il ruolo dei rappresentanti dei lavoratori sulla sicurezza e degli Enti bilaterali e premi le imprese virtuose.
È fondamentale il superamento di tutti i bacini residui del precariato storico, con la stabilizzazione dei lavoratori. Sui Tirocinanti di Inclusione sociale, bisogna portare avanti il buon lavoro svolto, assicurando la stabilizzazione dei lavoratori ad oggi esclusi. Nella prossima Legge di Stabilità chiediamo un incremento del contributo nazionale storicizzato, oggi di soli 5 milioni, per stabilizzare tutti con orari dignitosi.
E poi una politica efficace di attrazione degli investimenti privati, verificando i limiti attuativi della ZES unica e valorizzando meglio questo strumento.
Con forza: no all’ideologia del ‘no’, ad un ambientalismo esasperato.
Sì agli investimenti infrastrutturali, pubblici e privati, produttivi, energetici. Le nuove tecnologie consentano di coniugare lavoro e ambiente”, afferma ancora il Segretario della CISL calabrese, Lavia.
“Per fare questo, serve riqualificare le nostre aree industriali, troppo spesso prive di servizi fondamentali. Si rimodulino le risorse del Piano Sviluppo e Coesione in questa direzione.
Occorre ripartire dai nostri punti di forza e dalle nostre opportunità, ad iniziare dal Porto di Gioia Tauro, che deve andare oltre il transhimpment, valorizzando le potenzialità del retroporto, anche con la realizzazione del progetto del rigassificatore, e dell’annessa piastra del freddo mai attuati.
Serve sostenere gli sforzi compiuti sull’agro-alimentare, con il passaggio alla agro-industria. Serve aiutare la tendenza alla distrettualizzazione produttiva di alcune aree regionali, dalla carpenteria industriale, all’ICT, all’economia circolare.
Serve avviare il promesso ricambio generazionale della forestazione calabrese, a partire dalle aree interne, dai comuni periferici ed ultra periferici.
Le transizioni possono diventare un’opportunità. La vertenza dei lavoratori ex Abramo, con il progetto della digitalizzazione delle cartelle sanitarie, è un esempio positivo.
Al centro di ogni progetto di sviluppo, il nostro sistema universitario, con le sue tante aree di eccellenza. Per i nostri Atenei, la terza missione, l’obiettivo della crescita sociale e dello sviluppo, deve diventare la prima missione. Terza missione significa rafforzare l’impegno nella valorizzazione della ricerca, nel trasferimento tecnologico, nell’attività di spin off, favorendo la nascita di start up. La grande sfida – conclude il Segretario generale della CISL Calabria, Giuseppe Lavia – è una università capace di aprirsi di più al territorio, a tutti i territori, con un grande obiettivo favorire la nascita di eco sistemi locali dell’innovazione”.