“Le dichiarazioni del consigliere Vincenzo Capellupo sulla sanità catanzarese appaiono tanto enfatiche quanto contradditorie. È curioso vedere oggi chi ha fatto parte – direttamente o indirettamente – di quella stagione politica che ha minato alle fondamenta il sistema sanitario calabrese, tentare di indossare i panni del censore e del difensore del Capoluogo”. Lo dichiara il consigliere comunale Eugenio Riccio, che prosegue: “Capellupo parla di silenzio del centrodestra, ma dimentica che le scelte che oggi siamo chiamati a gestire derivano da decenni di gestione opaca, clientelare e inefficiente, di cui anche la sua parte politica porta gravi responsabilità. La verità è che chi oggi denuncia il depauperamento di Catanzaro è lo stesso che per anni ha taciuto davanti a logiche spartitorie che hanno prodotto danni irreparabili. Il primo tifoso catanzarese dell’ultimo governatore cosentino del centrosinistra era proprio Capellupo, assieme a qualche altro ‘pezzo grosso’ dell’Amministrazione Fiorita. E tutti i catanzaresi ricordano quante umiliazioni hanno subito durante quella stagione e quanti fondi (davvero) sono stati dirottati lontani dal Capoluogo”.
Riccio prosegue: “Tornando alla sanità, non si può far finta di nulla di fronte al fatto che, mentre la politica del territorio si piegava a logiche di appartenenza e sponsorizzazione personale – eredità diretta di quarant’anni di nomine gestite con criteri non meritocratici – i cittadini continuavano e continuano a morire in ospedali inadeguati, spesso incapaci di garantire cure appropriate. In troppi casi la “segnalazione” ha prevalso sul merito, la fedeltà politica sull’eccellenza professionale. E oggi paghiamo il prezzo amaro di quelle scelte. Il centrodestra, al contrario di quanto si vuol far credere, ha posto e continua a porre con fermezza la questione sanitaria catanzarese ai tavoli competenti, nei modi e nei tempi che la responsabilità istituzionale impone. Ma la serietà di un’azione politica si misura nei fatti, non nelle uscite mediatiche studiate per rincorrere i titoli dei giornali e qualche like sui social, rispetto a cui – rassicuriamo Capellupo – chi decide oggi se ne infischia. Le prerogative del Capoluogo non si tutelano con qualche nota stampa ma con i fatti che, in molti casi, necessitano del silenzio”.
Per Riccio: “È sbagliato e pericoloso trasformare il dibattito sanitario in uno scontro campanilistico tra territori. Alimentare questa narrazione serve solo a dividere e ad alzare polveroni utili a nascondere le vere responsabilità di una delle regioni che è fra le ultime in Europa. La sanità calabrese ha bisogno di riforme strutturali, non di slogan né di nostalgici richiami a un passato che ha fallito. Men che meno di una guerra fra poveri”.
Il consigliere conclude: “In un momento così delicato per la nostra sanità, serve meno propaganda e più competenza. Siamo disponibili, come sempre, a un confronto aperto e leale, fondato sui dati e non sulle suggestioni. I cittadini meritano verità e serietà, non accuse strumentali”.