“Ogni giorno la nostra comunita’ si trova a combattere contro piccoli e grandi segni di incivilta’. Parcheggi selvaggi che intralciano la vita di tutti, sacchetti di rifiuti abbandonati agli angoli delle strade, carcasse di automobili lasciate a marcire per anni, allacci abusivi che rubano risorse comuni, muri imbrattati, beni pubblici danneggiati. E, da ultimo, persino la nuova pista ciclabile, pensata come spazio di salute, bellezza e socialita’, e’ stata oggetto di atti vandalici assurdi e ingiustificabili. Di fronte a tutto questo, l’amministrazione non resta ferma. Puliamo le strade, installiamo foto-trappole, eleviamo sanzioni, interveniamo senza tregua. Ma c’e’ una verita’ che dobbiamo avere il coraggio di dirci: nessuna multa, nessuna pattuglia, nessuna telecamera sara’ mai sufficiente se non cresce dentro di noi un senso diffuso di rispetto e appartenenza”.
Inizia cosi’ il lungo sfogo affidato dal sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, ai suoi canali sociali. “Una citta’ – spiega – non e’ un luogo da subire, e’ una casa da custodire. Catanzaro non puo’ diventare terreno di battaglia tra chi costruisce e chi distrugge, tra chi si prende cura e chi abbandona. Non possiamo arrenderci al degrado come se fosse inevitabile. Dobbiamo, invece, riscoprire la bellezza di essere comunita’. E’ arrivato il momento che i catanzaresi si riapproprino della loro citta’. Che la considerino bene comune e non spazio anonimo dove tutto e’ concesso. La pista ciclabile vandalizzata – continua – e’ la ferita piu’ recente, ma potrebbe diventare il simbolo di un riscatto: se ognuno di noi scegliera’ di proteggerla, di viverla, di custodirla, essa tornera’ ad essere cio’ che era stata pensata per essere, un luogo di incontro e di vita. Non vi chiedo gesti eroici, ma attenzione, rispetto, cura. Vi chiedo di fare vostro il destino della citta’. Perche’ Catanzaro sara’ piu’ pulita, piu’ sicura, piu’ vivibile – scrive Fiorita – solo se ciascuno di noi decidera’ di assumersi la responsabilita’ del bene comune. Vorrei che insieme imparassimo a guardare la citta’ con occhi nuovi, non piu’ estranei ma partecipi”.
Il sindaco cita Italo Calvino: “La citta’ non dice il suo passato, lo contiene come le linee di una mano”. E in quelle linee c’e’ inciso anche il nostro futuro. Sta a noi – conclude – scegliere se sara’ il futuro del degrado o quello della bellezza condivisa”.