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Indagati 11 tra amministratori e dirigenti del Comune di Strongoli per concorso esterno in associazione mafiosa

Concorso esterno in associazione mafiosa: e’ l’accusa che i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro contestano a 11 persone tra le quali spiccano amministratori e dirigenti del comune di Strongoli, nel Crotonese, in passato gia’ sciolto per infiltrazioni mafiose in seguito alla maxi inchiesta Stige, oltre a professionisti e imprenditori. Agli indagati e’ stato notificato un avviso di conclusione delle indagini firmato dal pm antimafia Elio Romano.

Le indagini sono state condotte, nella fattispecie, dalla Guardia di finanza di Crotone, che hanno fatto luce su un presunto sistema di favoritismi attuato dall’amministrazione e dagli uffici comunali a beneficio di esponenti della cosca Giglio, radicata nel territorio, e di aziende considerate vicine alla stessa consorteria criminale. Figura centrale dell’inchiesta, secondo quanto delineato dagli inquirenti, Luigi Salvatore Benincasa, 57enne di Strongoli, attuale responsabile dell’area tecnica del Comune di Strongoli.

Secondo l’accusa, fin dal 2012 Benincasa avrebbe agito come “concorrente esterno” della cosca Giglio, fornendo un contributo determinante per il rafforzamento del sodalizio attraverso una serie di atti amministrativi mirati. Le contestazioni a suo carico sono numerose: si va dalla concessione di autorizzazioni per attivita’ commerciali a membri della famiglia Giglio senza le dovute certificazioni antimafia (il chiosco dei fiori al cimitero), all’affidamento diretto di servizi pubblici, come la pulizia delle spiagge, a ditte sottoposte a estorsione da parte del clan, permettendo cosi’ alla cosca di incamerare parte dei proventi (come l’apertura di un chiosco di fiori nei pressi del cimitero concessa al figlio del boss), all’affidamento diretto di servizi pubblici, come la pulizia delle spiagge, a ditte sottoposte a estorsione da parte del clan, permettendo cosi’ alla cosca di incamerare parte dei proventi.

Per gli inquirenti, inoltre, Benincasa avrebbe illecitamente prorogato servizi di pulizia a societa’ contigue alla ‘ndrangheta, arrivando a falsificare documenti per coprire le proprie responsabilita’. Tra gli episodi contestati anche l’aver disposto, nel marzo del 2017, la pulizia della strada del Santuario della Madonna di Vergadoro in occasione del matrimonio di un rampollo della famiglia Giglio e l’aver veicolato un concorso pubblico per favorire la figlia di un esponente di spicco del clan Valente.

Tra le altre accuse c’e’ quella relativa alla gestione dei fondi regionali per la pulizia del torrente Survolo utilizzando impropriamente fondi regionali senza una gara ad evidenza pubblica e affidandoli ad una dotta non censita sul Mepa.

Tra gli indagati di spicco c’e’ poi l’ex sindaco Sergio Bruno (eletto il 22 settembre 2020 e dimessosi il 2 agosto 2023), gia’ sottufficiale dei carabinieri in servizio al comando provinciale di Crotone dell’Arma, impegnato in importanti inchieste antimafia, che e’ coinvolto, insieme a Benincasa e altri, nell’accusa di turbata liberta’ del procedimento di scelta del contraente, con l’aggravante mafiosa, in relazione all’appalto per il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani del Comune di Strongoli. L’obiettivo sarebbe stato quello di condizionare la gara per favorire la Tecnew srl, societa’ ritenuta collegata alla cosca Giglio.

Bruno e’ inoltre accusato, in concorso, di aver turbato le procedure per l’affidamento della progettazione di un impianto polisportivo coperto. Un altro filone riguarda Salvatore Benincasa, imprenditore 44enne di Strongoli, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa per avere consentito subappalti irregolari a ditte legate al capocosca Giglio e per aver impiegato Pasquale Giglio, fratello del boss, schermando la sua presenza attraverso diverse matricole aziendali per eludere i controlli antimafia.

Tra gli altri indagati c’e’ Francesco Costantino, 34enne di Strongoli, all’epoca dei fatti membro della giunta comunale ed attualmente assessore all’Ambiente nella giunta del sindaco Francesco Benincasa. Insieme a lui sono indagati Alfonso Della Corte, imprenditore 68enne di Vietri sul Mare, e Mario Martino, 52enne di Strongoli, entrambi responsabili della Tecnew srl, tutti coinvolti nella presunta turbativa d’asta per la gestione del servizio di raccolta dei rifiuti.

Sono indagati solo per il reato di turbativa d’asta, inoltre, tre professionisti: Ferdinando Greco, 39enne di Strongoli, ex consigliere comunale, Tommaso Blandino, 42enne ex sindaco di Rocca di Neto, e Vincenzo Lucente, 53enne, di Strongoli, che, in concorso con Bruno e Luigi Salvatore Benincasa, avrebbero condizionato l’affidamento dell’appalto per un impianto sportivo coperto. Infine, Pasquale Barbuto e Mariolina Pastore, componenti della commissione esaminatrice di un concorso pubblico, sono accusati di falso ideologico in atti pubblici, aggravato dal fine di agevolare le cosche, per aver pilotato la selezione in accordo con Luigi Salvatore Benincasa.

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