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Autonomia. Baldin (M5S): «Delusa da Zaia: in consiglio senza contenuti»

«Chi voleva sapere come cambierà la vita dei veneti dopo l’approvazione dell’autonomia oggi non può che dichiararsi deluso». Così Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in consiglio regionale a margine della seduta odierna. «L’informativa del presidente Zaia è stata priva di contenuti: si è limitato a ripercorrere una cronologia, peraltro parziale. Ma non credo che possa dare lezioni di storia chi dieci anni fa proponeva il referendum per l’indipendenza del Veneto e oggi si appella  alla Costituzione», aggiunge Baldin, che rilancia «il referendum abrogativo: nel 2017, due milioni di veneti si sono espressi sulla promessa delle 23 materie e dei nove decimi del gettito fiscale. Oggi molte cose sono cambiate ed è giusto consultare tutto il popolo italiano».

 

«Oggi però il presidente Zaia non è entrato nel merito della questione. Ha “informato” il consiglio senza dire nulla sulle materie e sulle funzioni oggetto della trattativa col governo», dichiara la consigliera regionale, ricordando che il presidente della Giunta era in Aula per un’informativa richiesta delle opposizioni, «visto che da quando il consiglio regionale ha dato al presidente Zaia il mandato a negoziare col governo, con la deliberazione n. 154 del 15 novembre 2017, per sette anni l’assemblea non è più stata coinvolta né aggiornata».

 

«Un’autonomia vuota non serve a nessuno, se non a chi continua ad alimentare la propaganda. Se Zaia non ci dice quali sono le richieste, i punti fondamentali, le competenze che intende esercitare la Regione, di cosa stiamo discutendo? Del nulla. Abbiamo assistito al solito show e sono convinta che Zaia non abbia presentato nulla di concreto perché non è in grado di farlo. La destra è spaccata nelle sue contraddizioni, perfino il governo è diviso, con due ministri che si sono già messi di traverso ancor prima che la trattativa inizi. In questo caos politico, il Veneto rischia di portare a casa poco o nulla: forse solo le competenze più rognose, come la giustizia di pace. Non certo la protezione civile o – verrebbe da dire, per fortuna – il corpo “regionale” dei vigili del fuoco», conclude Baldin.

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