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Momento di convivialità per 35 profughi ucraini offerto da un ristoratore catanzarese. L’augurio del presidente di Unicef Calabria, Giuseppe Raiola

La situazione in Ucraina è peggiorata. Quella che nelle intenzioni del presidente della Russia, Putin, doveva essere una guerra lampo, si è cronicizzata in un conflitto che sta uccidendo migliaia di vittime innocenti, compresi tanti bambini. Non siamo tornati indietro nel tempo, non è l’Europa di inizio Novecento: siamo nel 2022, eppure la guerra è di nuovo qui, vicino a casa nostra.

Donne, anziani e bambini che hanno lasciato le proprie case per cercare rifugio in terra straniera, con dietro tanta paura e nostalgia, ma anche un bagaglio di speranze: quelle legate all’auspicio di poter tornare in Ucraina in un futuro non troppo lontano e poter riabbracciare i propri cari.

In questo contesto, anche Catanzaro – grazie alla rete di solidarietà costruita dal Comitato Unicef Calabria, guidato dal presidente Giuseppe Raiola – ha spalancato le porte con autentico coinvolgimento per accogliere quanti più profughi possibili, e regalare loro sostegno e momenti di serenità. Oltre alla raccolta e distribuzione di beni di prima necessità si moltiplicano, infatti, le iniziative solidali – ed in particolare grazie all’impegno messo in campo da Antonio Nicoletta e Antonella Comes – per creare momenti di socializzazione in modo da aprire parentesi di normalità in una quotidianità difficile da gestire. Nell’ambito di queste iniziative si inserisce anche la cena offerta dal proprietario del ristorante pizzeria “La Vecchia Catanzaro”, Umberto Cosco, nel centro storico di Catanzaro, che martedì sera ha voluto offrire un momento di convivialità a 35 persone tra mamme e bambini ucraini provenienti dalle canoniche di Taverna, San Pietro Magisano, dalla Chiesa del Monte a Catanzaro e da alcune case private da Sellia e Catanzaro lido. Un momento di gioia, al quale ha voluto partecipare anche il presidente di Unicef Calabria, dottore Raiola. “Auguro sinceramente a mamme e bambini di poter ritornare presto nel proprio paese e riabbracciare i loro cari – ha detto -. Ma fino ad allora noi saremo qui, sempre pronti e vicini, per non far mancare loro il nostro sostegno”.

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