Riceviamo e pubblichiamo:
“Come è noto, il governo draghi, nel 2021, ha inserito, nel nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il finanziamento del «museo del Mare» cioè della magnifica struttura museale, progettate nel 2009 dalla arch-star iraniana Zaha Hadid su richiesta dell’amministrazione comunale reggina, gestione Scopelliti, e riproposta dalla gestione Falcomatà. Il progetto è stato inserito tra i 14 progetti strategici per il rilancio nazionale, con un finanziamento complessivo di 113 milioni di euro. Nei mesi scorsi, l’amministrazione comunale ha stipulato una convenzione con lo studio di architetti inglese Zaha Hadid, per la stesura del progetto esecutivo e direzione dei lavori.
Quindi, il grande complesso edilizio, che comprende un Centro Polifunzionale e il Palazzo Museale, straordinario sotto tutti i punti di vista, in tempi accettabili, si farà. E Reggio Calabria si doterà di impianto architettonico di grande pregio, che, è facile ipotizzare, una volta realizzata, diventerà richiamo culturale di altissimo valore, pari al Museo Archeologico Nazionale.
Un dibattito si è aperto negli ambienti e nei circoli culturali cittadini, soprattutto su ciò che in esso dovrebbe essere presentato. L’Associazione “Amici del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria” si è posta da tempo il problema, alla ricerca di una soluzione che consenta la massima e migliore utilizzazione di questo doppio edificio, per ottenere un alto ritorno sulla immagine culturale della Città proiettata a livello internazionale.
Da qui una riflessione articolata, complessiva, che viene elaborata nell’intento duplice di contribuire nella maniera migliore possibile e con argomentazioni certamente sostenibili, alla definizione di un progetto al quale è indubbiamente legato lo sviluppo futuro della Città, nonché di testimoniare l’attenzione continua con la quale l’Associazione guarda ai fenomeni sociali e culturali che investono la città stessa.
Partiamo dalla titolazione con la quale il progetto viene attualmente identificato: «Museo del Mare»: assolutamente anodina, priva di caratterizzazione, del tutto insufficiente per dare un forte segnale culturale, e per costituire già di per sé stessa motivo di interesse e di curiosità. Escludendo ipotesi di informazioni riguardanti più o meno lontani mondi acquatici, si dovrebbe lasciare il posto ad un preciso indirizzo promozionale della realtà territoriale nella quale questo nuovo Museo si andrà ad innestare significativamente. «Museo del Mare dello Stretto»: questa dovrebbe essere, secondo le valutazioni dell’Associazione, la sua denominazione più consona.
Se così si facesse, l’edificio museale dovrebbe essere destinato ad accogliere tutte le cartografie e tutti gli studi sullo Stretto, una ricca biblioteca di scritti sullo Stretto, tutte le rappresentazioni artistiche – quadri, stampe, fotografie, video, cortometraggi, filmati – che presentano lo Stretto, le rappresentazioni subacquee dello Stretto, gli studi sul microclima dello Stretto, quelli sul moto ondoso inteso come efficace produttore di energia, gli studi sul fenomeno della Fata Morgana, i maremoti. E ancora: i suggestivi Miti dello stretto, Scilla e Cariddi come ce li offrono i versi del cantore greco Omero, ed anche Glauco, perdutamente innamorato della maliosa Sirena. Si ricorderanno i ritrovamenti archeologici avutisi nello Stretto, a cominciare dalle bronzee ‘testa del Filosofo’, e ‘testa di Basilea’, nonché la storia delle battaglie navali combattute nello Stretto, compreso quella svoltasi tra le flotte spagnola e francese nel 1675. Non mancherà una preziosa raccolta dei fossili marini restituiti dalle sabbie delle colline che caratterizzano le due rive dello Stretto. Si proporrà il racconto dell’attraversamento miracoloso dello Stretto da parte di San Francesco da Paola; e, doverosamente: la documentazione delle attività sportive legate allo Stretto.
In una vasta e appropriata sala dell’edificio museale, andrebbe sistemato il ‘plastico animato dello Stretto di Messina’. Per ‘animato’, si vuol intendere un plastico che presenti, in animazione, vari momenti della vita dello Stretto: lo Stretto all’asciutto, per evidenziare i suoi fondali; i movimenti delle correnti dello Stretto; i fenomeni sismici ed i conseguenziali effetti di maremoto, quali si presentano nello Stretto; lo scontro navale del 1675, fra le flotte francese e spagnola, conclusosi con l’affondamento, davanti la spiaggia di Cannitello, di due navi dei rispettivi schieramenti: un galeone spagnolo e un brulotto francese, incastrati fra di loro; il movimento di navi-traghetto tra Messina e Villa San Giovanni, e di aliscafi tra Reggio Calabria e Messina; San Francesco da Paola e il suo compagno che solcano lo Stretto su un semplice mantello. Infine, potrebbe essere mostrato il Ponte dello Stretto, che si erge dalle acque – fra gli applausi degli astanti… -.
In un’altra sala andrebbe attivato un ‘Museo Virtuale’ dai precisi contenuti scientifici, nel quale, utilizzando le più moderne ed avanzate tecnologie, si presentino le varie sezioni nelle quali il Museo si articola, fornendo così una fruizione totale delle singole raccolte
Tutto questo prevede la costituzione di una organizzazione gestionale congrua e rispondente alle esigenze del Museo, intendendo per ‘congrua’ un qualificato Consiglio di Amministrazione, integrato da un Comitato Scientifico che comprenda anche espressioni nazionali ed internazionali del settore, con studiosi di tutto quello che, nei diversi rami dello scibile mondiale, lo Stretto di Messina rappresenta. Fondamentale sarebbe anche, la istituzione, sotto l’egida del Ministero competente, e con l’ovvio coinvolgimento delle istituzioni pubbliche e culturali reggine, di un Centro Studi, che curi e incrementi le ricerche sulla vasta, complessa realtà naturalistica, ambientale, storica e archeologica del nostro Stretto.
L’impostazione data al problema dall’Associazione “Amici del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria” ha un evidente scopo: costituire un sistema che, avendo uno straordinario contenente, e arricchita di un altrettanto straordinario contenuto, diventi un forte attrattore culturale, capaci di richiamare in Reggio Calabria flussi di visitatori da ogni parte del mondo.
Perché di questo la nostra Città ha bisogno: forti motivazioni culturali che, unite al vasto patrimonio naturalistico e storico di cui già godiamo, possa costituire richiamo permanente; come abbiamo constatato con le due meravigliose statue bronzee greche ritrovate cinquanta anni fà nel mare di Riace”.
Francesco Arillotta