“Le mafie non si fermano di fronte a nulla. Non si sono fatte intimorire dal Covid e nemmeno le alluvioni sono riuscite a bloccarle. Mentre migliaia di volontari erano e sono impegnati nelle operazioni di soccorso, i criminali hanno continuato a contaminare il territorio tessendo la tela dei loro affari illeciti. Per loro il business e il profitto prevalgono su tutto e tutti”: cosi’ il generale Ivano Maccani, Comandante regionale Guardia di Finanza Emilia Romagna, commentando l’operazione che ha coinvolto 7 regioni – Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata e Calabria – nei confronti di appartenenti ad una associazione a delinquere, composta da italiani affiliati o vicini alla ‘ndrangheta reggina e crotonese, dedita al traffico internazionale di stupefacenti, che fruttava milioni di euro e il cui riciclaggio di denaro era gestito da cinesi.
“Con l’operazione odierna, incentrata su affiliati e contigui a note ndrine calabresi – spiega Maccani – abbiamo bonificato il territorio emiliano-romagnolo da 41 soggetti colpiti da altrettante misure cautelari personali, soggetti ai quali abbiamo sottratto, per restituirli alla societa’ civile, beni per oltre 50 milioni di euro. Sono stati sequestrati oltre 90 kg di droga, per lo piu’ coca, migliaia di capi di abbigliamento e medicinali contraffatti, e denaro contante per importi rilevanti. Non solo ndrine ma anche organizzazioni criminali cinesi che le rifornivano del denaro contante necessario per pagare quintali di coca ai narcotrafficanti colombiani, denaro che veniva restituito su conti correnti in Cina e a Hong Kong”.
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“Se da un lato nelle operazioni di soccorso alle popolazioni alluvionate abbiamo quotidianamente impiegato 4 mezzi aerei e 180 finanzieri che hanno tratto in salvo 986 persone – conclude il generale Maccani – all’operazione odierna hanno contribuito 160 militari con 1 mezzo aereo. A fronte di pochi imprenditori affiliati alle ndrine, indifferenti e sordi alle richieste di aiuto degli alluvionati, permettetemi un ringraziamento speciale ai tantissimi imprenditori che sin dai primi istanti, quelli piu’ critici, hanno preteso, con grande spirito di solidarieta’, di contribuire ai soccorsi spalancando i cancelli dei loro magazzini per offrire spontaneamente medicinali, stivali, gommoni, torce”.