Parte da Bottrighe, in provincia di Rovigo, il nuovo viaggio di ”Telemaco”, il magazine incentrato sul racconto di storie particolari e meno note nei luoghi in cui si sono svolte, in onda in prima visione venerdì 5 maggio alle 21.10 su Rai Storia. A Bottrighe, come racconta Charlotte Marincola, la chiusura di un’enorme fabbrica per la lavorazione dello zucchero trasforma il paesaggio, l’economia del territorio e le abitudini di vita di un’intera comunità. Bottrighe è l’emblema della parabola discendente del settore saccarifero italiano e del problema del recupero delle architetture industriali.
Da storie di zucchero ”amaro” alla storia di un confino, quello di Machiavelli, con la guida di Pietro Sorace. Nel 1512 i Medici tornano a Firenze e Niccolò Machiavelli è licenziato dal ruolo di segretario della Repubblica e confinato nel territorio fiorentino. Sospettato di congiura, è torturato e imprigionato, ma torna presto libero e si trasferisce a Sant’Andrea in Percussina, nel territorio di San Casciano in Val di Pesa. Qui gestisce i possedimenti di famiglia e l’Albergaccio, dove si ”ingaglioffa” con taglialegna e beccai. La sera però le cose cambiano: entra nel suo scrittoio e attraverso la lettura incontra gli antichi. Lo racconta in una celebre lettera a Francesco Vettori, suo amico e ambasciatore presso la Santa Sede, al quale annuncia anche di stare scrivendo un opuscolo intitolato ”De Principatibus”, conosciuto da tutti come ”Il Principe”.
Dalla Toscana a Napoli, con Carla Oppo e la storia di Maria Lorenza Longo, una gentildonna di origine spagnola, che cinquecento anni fa creò un ospedale destinato ai malati ritenuti incurabili dalla medicina dell’epoca. La sifilide, la lebbra, la follia erano patologie che marchiavano chi ne era colpito. L’Ospedale degli Incurabili li accoglie e ne allevia le pene. Per secoli, i reietti esclusi dalla società, trovano rifugio tra le mura del nosocomio napoletano.
Si chiude in Calabria con Emanuela Lucchetti che fa rivivere il ricordo di Ferramonti di Tarsia, in provincia di Cosenza, il più grande campo di concentramento fatto costruire da Benito Mussolini in Italia. A raccontarlo è anche la straordinaria testimonianza di Ruth Hauben, una dei molti bimbi cresciuti tra le baracche e il recinto di filo spinato.