Nota della consigliera comunale Daniela Palaia.
La Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, che si celebra ogni anno il 17 maggio, non è soltanto un momento simbolico di riflessione e memoria, ma rappresenta un richiamo urgente alla responsabilità di ciascuno, in particolare delle istituzioni, nell’affermare diritti, tutelare dignità e contrastare ogni forma di discriminazione legata all’orientamento sessuale o all’identità di genere.
Questa ricorrenza nasce nel 1990, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha finalmente rimosso l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali, segnando una svolta storica nella battaglia per il riconoscimento delle persone LGBTQIA+. Ma quel traguardo, seppur fondamentale, non ha ancora prodotto un cambiamento pieno e diffuso nella società, e ancor meno nel tessuto istituzionale. Per questo, oggi più che mai, serve tradurre i valori dell’inclusione in scelte concrete, capaci di incidere nella vita quotidiana delle persone.
In quest’ottica, nei prossimi giorni sarà esaminato in commissione consiliare il Regolamento per l’attivazione dell’identità alias per il personale comunale. Si tratta di una proposta che ritengo doverosa, giusta e profondamente rispettosa del diritto di ciascuno a essere riconosciuto per ciò che è, anche negli ambienti lavorativi pubblici. Consentire a chi è in un percorso di transizione di genere di utilizzare un nome coerente con la propria identità non è soltanto una questione burocratica, ma un gesto concreto di attenzione, sensibilità e civiltà.
Il mio auspicio è che il Comune di Catanzaro possa dotarsi al più presto di questo strumento, allineandosi a quanto già fatto da altre amministrazioni italiane, e diventando così un esempio positivo di inclusione nel Sud e nel Paese.
Abbiamo il dovere di costruire una città che non escluda, che non emargini, che non giudichi, ma che sappia accogliere e valorizzare le differenze come ricchezza per l’intera comunità. Una città che non lasci indietro nessuno e che sia, finalmente, un luogo in cui ogni persona possa sentirsi libera, sicura e pienamente riconosciuta”.