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Sequestrano e torturano ragazzo a Catanzaro: arrestati sarebbero contigui a clan di ‘ndrangheta dei “Gaglianesi” [I NOMI]

Avrebbero rapporti di “contiguità” con i “Gaglianesi”, il clan di ‘ndrangheta che prende il nome dal quartiere Gagliano di Catanzaro dove la consorteria è presente, le quattro persone arrestate stamani della Squadra mobile di Catanzaro per avere sequestrano e torturato un ragazzo loro conoscente, accusandolo di avere avuto una relazione con la compagna di uno di loro.

Si tratta di Vitaliano Costanzo, di 31 anni, Francesco Squillace (54), Riccardo Elia (31) e Luigi Pettinato (25).

Le accuse ricostruite dalla Dda di Catanzaro raccontano le ripetute violenze e vessazioni subite a fine ottobre scorso da un giovane “accusato” di avere avuto una relazione con la compagna di Vitaliano Costanzo. E sarebbe stato proprio quest’ultimo a convocare la vittima a casa sua e a costringerla a confessare il tradimento, attraverso ripetute percosse, con schiaffi, pugni e un bastone, minacciandolo con una pistola, minacciando di accoltellarlo, sottraendogli il telefono e impedendogli, con la presenza degli altri tre amici, di allontanarsi dal luogo. L’interrogatorio violento, ricostruiscono gli investigatori, è durato dalle 17:30 del 26 ottobre fino a mezzanotte inoltrata del giorno seguente. La vittima è stata condotta, da Vitaliano ed Elia, a Catanzaro Lido a casa della compagna di Vitaliano e qui, alla presenza della donna, avrebbe confessato la relazione sentimentale. Costanzo è accusato anche di detenzione illegale di arma comune da sparo, per la precisione una pistola di colore nero, e rapina per avere sottratto alla vittima il suo telefono cellulare.

Le violenze sarebbero riprese la sera del 27 quando, secondo l’accusa, Costanzo, Squillace e Elia avrebbero sottoposto la vittima a due ore di “gravi sevizie fisiche”, a casa di Vitaliano, colpendolo ripetutamente con un piede di porco, una spranga di ferro e un bastone per punirlo dell’offesa recata a Costanzo. Sevizie così brutali da mettere la vittima “in pericolo di vita” tanto che le “prime persone intervenute e soccorrerlo hanno dovuto praticargli una manovra salvavita a causa dell’ingrossamento della lingua che gli impediva di respirare”. La vittima ha riportato una frattura scomposta dell’ulna destra, la frattura del perone e della tibia sinistra – che hanno costretto il giovane a subire tre interventi chirurgici – oltre a contusioni multiple, tanto che la persona offesa ha raccontato agli inquirenti: “Hanno smesso penso quando hanno visto che avevo il braccio rotto, la gamba rotta”.

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