“E’ di oggi la notizia dell’arresto di un sacerdote, in Calabria, per violenze sessuali su minori.
Al di la di ogni doveroso garantismo, una riflessione bisogna farla.
Questa e’ gente malata.
La pedofilia e’ una sporca perversione, una patologia che assume le caratteristiche di una dipendenza e non risparmia, purtroppo, nessun ambiente. Quello ecclesiastico ne risulta gravemente contaminato. Credo che la repressione indotta dalla cosiddetta castita’(pratica contro natura), l’ambiente promiscuo dei Seminari, non aiutino, anzi, contribuiscano pesantemente. A mio avviso, le colpe piu’ gravi sono da addebitare ai vescovi che, coprendo gli orrori, il piu’ delle volte, si rendono complici. E IL SACERDOTE IN QUESTIONE E’ STATO PROTETTO A SUO TEMPO.Tutto e’ stato messo a tacere nell’ipocrisia. Questi soggetti andrebbero radiati e non trasferiti.
La pulizia deve avvenire dall’ interno, prima che arrivino carabinieri e magistratura. La Chiesa va riformata ma dopo la morte di Papa Francesco tutto sembra ritornato ad un ipocrita appiattimento.
Di contro non dobbiamo dimenticare il prezioso lavoro di tanti sacerdoti dediti ai giovani e quanto in quest’ambito viene costruito. Penso che proprio per rispetto non solo della propria immagine ma sorattutto nei loro confronti, la Chiesa sia tenuta ad interventi radicali.Apprezzo molto l’intervento, sulla vicenda, dell’arcivescovo di Reggio Calabria Morrone. Un distinguo si rende doveroso”.
Così in una nota Adriana Musella.