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Inaugurazione anno giudiziario Catanzaro, il procuratore Lucantonio concorda con Reillo: “Priorità siano copertura degli organici e riforme sostanziali”

“Relativamente alla dotazione organica dei magistrati, rimangono immutate le condizioni del passato: le piante organiche degli uffici del Distretto (requirenti e giudicanti) sono inadeguate”.

A evidenziarlo e’ il presidente vicario della Corte d’appello di Catanzaro, Gabriella Reillo, nella relazione per la cerimonia dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Distretto catanzarese.

“Gli aumenti di organici – scrive Reillo – rimangono sulla carta per mancata risposta agli interpelli o per il susseguirsi dei trasferimenti. La varianza resta singolarmente stabile: vi e’ simmetria tra nuovi ingressi di magistrati in prima destinazione e trasferimenti, il risultato e’ un movimento migratorio costante in uscita ed egualmente stabile in entrata di magistrati ordinari in tirocinio, con scarti temporali che creano rilevanti disfunzioni”.

“A parita’ di condizioni diverso trattamento?”. Ha domandato poi il procuratore generale di Catanzaro, Giuseppe Lucantonio, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del distretto catanzarese, con riferimento alla recente soppressione della sede della Procura europea prevista inizialmente nel capoluogo calabrese.

“In data 19 gennaio – ha confermato Lucantonio – il ministero ha comunicato, dopo aver acquisito il parere favorevole del Csm, su proposta del procuratore europeo delegato, la soppressione della sede Eppo (Procura europea, ndr) di Catanzaro, accorpandola a quella di Roma, tanto in considerazione dei vari tentativi di copertura dei posti di procuratore europeo delegato di Catanzaro e in ragione delle notevoli difficolta’ logistiche che i magistrati assegnati in altre sedi (Napoli e Palermo) avrebbero per raggiungere le strutture di Catanzaro e Reggio. Dunque essendo rimasti scoperti i posti Eppo di Catanzaro, e questo in ben due concorsi, si e’ eliminata la sede.

“Simili valutazioni sulle difficolta’ logistiche – ha rilevato il procuratore generale di Catanzaro – non risultano effettuate – nonostante da anni segnalate – per le altre sedi giudiziarie, dove le scoperture e il turn over sono il pane quotidiano. A parita’ di condizioni diverso trattamento?”.

Lucantonio ha poi ulteriormente specificato: “Catanzaro e’ stata messa sotto l’egida di Roma perche’ forse a Roma e’ piu’ facile arrivare perche’ si va in aereo. Ma se noi da anni evidenziamo questi problemi logistici e delle scoperture, allora – ha concluso il procuratore generale di Catanzaro – sono due le considerazioni: o questa Procura non serviva a niente oppure potranno essere soppresse – perche’ non ci sono domande – anche altre sedi giudiziarie perche’ ci sono poche domande di aspiranti legittimati”.

“La riforma della giustizia non si fa mettendo pezzi a colore”.

Ha proseguito il procuratore generale di Catanzaro, Giuseppe Lucantonio, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del Distretto catanzarese.

“Siamo stati bravi, abbiamo prodotto – ha esordito Lucantonio – piu’ di quanto potevamo e soprattutto abbiamo dato riprova che siamo capaci di arrangiarci anche in situazioni impossibili. L’unico appunto da fare e’ la rassegnazione a doversi arrangiare che e’ una cosa intollerabile. Nel giro di 20 anni le norme processuali hanno avuto 196 modifiche, praticamente quasi una modifica ogni due mesi. Un minimo di organicita’, sentiti non gli autorevoli scienziati ma quelli che ogni giorno vi lavorano, servirebbe. Bastava chiamare qualche giudice o qualche avvocato o qualche funzionario di cancelleria per sapere cosa serve.”

“Noi – ha proseguito -non siamo in un posto in cui scaricando le colpe della giustizia si risolvono i problemi della democrazia. Chi ha frequentato le aule di giustizia e ha messo mano a queste riforme? Non lo so, io certo – ha rimarcato il procuratore generale di Catanzaro – non ci ho messo mano, qualche parolina l’ho detta e siamo riusciti a ottenere come procuratori generali un differimento delle norme transitorie, ma il problema e’ strutturale. Il problema e’ che la riforma della giustizia non si fa mettendo pezze a colori ogni volta, ma si fa cominciando a valutare le circoscrizioni giudiziarie in maniera seria”.

Rivolgendosi al governo, al ministero della Giustizia e al Csm Lucantonio ha poi aggiunto: “La cosa che ci uccide e’ la rassegnazione. Fateci sperare per questo anno che qualcosa possa cambiare e avere qualcosa che possa consentire di amministrare meglio la giustizia: sono piccole cose ma che aiutano molto, soprattutto aiutano a spezzare la rassegnazione e l’amarezza. Una speranza per poter rivendicare l’orgoglio di questa terra spesso diffamata ma nella quale la maggior parte delle persone ha grandi valori. Consentiteci di amministrare la giustizia con un minimo di decoro e dignita’, e’ quello che chiediamo con forza: non chiediamo denaro ma un aiuto per lavorare con decoro e per non lavorare arrangiandosi.”

“Senza giustizia non c’e’ democrazia, non c’e’ liberta’ e non c’e’ speranza.”

“Per il 2023 – ha concluso il procuratore generale di Catanzaro – abbiamo bisogno di un po’ meno cerimonie e di un po’ piu’ di sostanza”.

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