“Dietro questi ca.. di padel c’è un business infinito eh”. Così, intercettato nell’aprile del 2021, parlava Marco Molluso, imprenditore finito ai domiciliari oggi per false fatture e autoriciclaggio e che avrebbe investito in otto campi da padel, sequestrati dalla Dia di Milano nell’inchiesta del pm Silvia Bonardi.
Stando all’ordinanza del gip Anna Calabi, Molluso, nipote del presunto boss della ‘Ndrangheta Giosofatto Molluso, da “amministratore e rappresentante legale della Mc Immobiliare Srls” avrebbe impiegato nel 2021 almeno “177.706” euro, “provenienti dai reati tributari” con false fatture, “finanziando” la realizzazione degli otto campi “all’interno del Centro Sportivo Comunale Sant’Ambrogio” di Milano “affidato dal Comune di Milano in concessione alla Palauno Asd”. Ci sarebbe stato un finto “contratto di prestazione d’opera fra quest’ultima e la Mc Immobiliare, tale da dare giustificazione documentale alla effettuazione” dei lavori per i campi. E l’investimento, secondo l’accusa, “era finalizzato a garantire al Molluso significativi introiti economici legati all’utilizzo” di quei campi.
Il gip descrive “un quadro allarmante” della capacità di Molluso di “estendere il sistema illecito in aree imprenditoriali sempre più numerose e diversificate giungendo a introdursi nella gestione degli spazi pubblici”. Per il giudice, poi, non può “passare inosservato l’interesse diretto nell’operazione” di Giosofatto Molluso, che era “stabilmente presente sul cantiere, come un saldo punto di riferimento per lo stesso” imprenditore “nell’esecuzione delle opere”, ossia nella realizzazione dei campi. Molluso, si legge ancora, “presa consapevolezza dell’estrema redditività del business del padel, aveva deciso di investire le sue risorse economiche (di dubbia provenienza) in svariate operazioni di cui quella del Centro Sant’Ambrogio è solo una parte”. Tra l’altro, il gip fa notare che “ancora prima dell’apparire del Molluso” e “dell’irregolare inserimento delle sue società Mc Immobiliare e Mm Sport” nell’affare dei campi da padel, la Asd Palauno, la concessionaria del Centro sportivo comunale Sant’Ambrogio di Milano, “aveva violato i termini della concessione che quindi, a ben diritto” poteva “e può essere revocata”.