“Io penso che un uomo senza utopia, senza sogno, senza ideali, vale a dire senza passioni e senza slanci sarebbe un mostruoso animale fatto semplicemente di istinto e di raziocinio, una specie di cinghiale laureato in matematica pura” - Fabrizio De Andrè
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Inchiesta Barbarossa, sei condanne in appello e una assoluzione

Sei condanne e due assoluzioni hanno chiuso oggi a Torino in corte d’appello uno dei processi originati dall’inchiesta Barbarossa sulla presenza della Ndrangheta nell’astigiano. Rispetto alla sentenza di primo grado, del 12 dicembre 2020, c’è stata una assoluzione in più ma è stata riconosciuta a un paio di imputati il reato di associazione di stampo mafioso.

Ora le pene oscillano tra i 4 anni e i 10 mesi e i 7 anni e 10 mesi (in continuazione con una condanna precedente). In aula l’accusa è stata sostenuta dal procuratore generale Marcello Tatangelo. L’indagine riguardò le attività di clan che, operando con le stesse modalità delle case madri calabresi, oltre a dedicarsi a estorsioni e traffico di stupefacenti si erano infiltrati nell’ambiente economico e anche dello sport locale: nel fascicolo comparvero i nomi di tre società di calcio dilettantistiche.

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