La primavera arbëreshe si sviluppa dentro e fuori l’Arberia grazie alle attività di Fili Meridiani, l’associazione di promozione sociale che dal 2020 narra in una chiave nuova e autentica le aree interne della Calabria. Un posto di rilievo nel racconto è riservato all’Arberia crotonese, di cui sono originari alcuni dei soci fondatori, luogo che custodisce una lingua antica e tradizioni secolari che da poco sono state inserite all’interno della proposta di candidatura dei riti della primavera arbëreshe a patrimonio immateriale dell’UNESCO.
Nelle ultime settimane Fili Meridiani è stata partner di importanti iniziative sul territorio per la realizzazione di eventi divulgativi della cultura arbëreshe dell’alto crotonese. Il 28 maggio nel meraviglioso castello di Santa Severina, insieme al Rotary Club di Strongoli, Santa Severina, Catanzaro, Corigliano, Cosenza7 Colli, Tirana e Romania, si è parlato del ponte tra le due sponde del Mediterraneo, tra Albania e paesi albanofoni in Italia, con la prospettiva concreta di attivare scambi culturali e progettazioni condivise per salvaguardare il valore antropologico della lingua e creare sviluppo in luoghi come Pallagorio, Carfizzi e San Nicola dell’Alto (le tre comunità Arbëreshe del crotonese) che da decenni risultano dimenticate dalle logiche di sviluppo globale a causa del loro isolamento geografico.
Una settimana più tardi, il 3 giugno, Fili Meridiani ha partecipato all’evento organizzato dal Club per l’Unesco di San Giovanni in Fiore sulle contaminazioni territoriali tra paesi albanofoni e non. Un tema spesso sottovalutato, ma che nasconde la storia di una convivenza territoriale e il modello di integrazione di comunità diverse che hanno appreso l’una dall’altra. Un evento che si è concluso con l’auspicio di salvaguardare queste comunità partendo dalla base: dalle scuole e dall’attività dei cittadini che abitano i luoghi salvaguardando e valorizzando i presidi culturali pubblici e privati che in questi paesi rappresentano molto di più che luoghi fisici.
La presidente di Fili Meridiani, Ursula Basta, ha così spiegato l’importanza della partecipazione agli eventi sul territorio: “Fili Meridiani nasce come rete di relazioni culturali sul territorio. Uno strumento fisico e digitale attraverso cui creare eventi e progettazioni condivise per le aree interne con un occhio particolare verso l’Arberia. Eventi come quelli di San Giovanni e Santa Severina rappresentano la rinnovata ricerca di conoscenza del mondo Arbëresh da parte di grandi organizzazioni di stampo internazionale che si impegnano da decenni nella salvaguardia delle piccole comunità locali. Per questo le nostre comunità devono essere pronte ad accogliere una nuova primavera, simbolo di rinascita e sguardo concreto verso il futuro. – Poi conclude – Noi faremo la nostra parte cercando di animare le comunità grazie al lavoro di tutti i nostri soci e alla presenza di uno spazio di comunità (il Muzé di Pallagorio) che darà voce a chiunque voglia esprimere un’idea o presentare proposte. Su questa linea saranno realizzati una serie di eventi che partiranno il prossimo 24 giugno, con la presentazione del libro “Nonostante Tutto” scritto da Don Ennio Stamile, sacerdote e giornalista di origine arbëreshe, già referente regionale di Libera per la Calabria”.