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L’amore per la montagna aiuta a comprendere la bellezza della vita: Oscar Danielli, un giovane 19enne di Vicenza, percorre in 9 mesi il Sentiero Italia CAI sul Pollino

Stupirsi e seguire il proprio desiderio sono il filo conduttore della storia del giovanissimo vicentino Oscar Danielli, testimone, per 9 mesi, percorrendo settemila chilometri del Sentiero Italia CAI, della Bellezza di luoghi e montagne, patrimonio incommensurabile del bene comune e di quella crescita sostenibile da custodire e “costruire” a cui tanti Territori come la Calabria non possono fare a meno.
Su questo il 19enne è stato intervistato nel castrovillarese, da Luana e Paolo, del CAI Castrovillari, con il dirigente scolastico in pensione, Walter Bellizzi, desiderosi di conoscere cosa lo ha spinto a percorrere il tracciato che include il Parco Nazionale del Pollino tra Trieste a Santa Teresa di Gallura in Sardegna.
Secca la sua prima risposta che ha richiamato l’amore viscerale per la Montagna, la Natura, sin da quando aveva 10 anni e l’interesse di voler scoprire l’Italia con i patrimoni che la contraddistinguono da millenni.
Un desiderio alimentato, accompagnato e sostenuto dai suoi genitori, anche loro appassionati di Montagna e certi che questo rapporto con l’Ambiente educhi alla Vita.
La Montagna insegna a seguire il passo di chi ci precede, ad essere legati l’uno all’altro nel cammino mentre si è protesi alla “Vetta”, alla meta.
Camminare ed affrontare questa impresa, ha ricordato Oscar agli intervistatori, è stato assolutamente provvidenziale per la mia persona e crescita: mi sono sentito – ha affermato nel suo dire n.d.r.- come guardato e voluto bene da Qualcuno attraverso l’Incanto dei luoghi e nelle tante persone che mi hanno salutato, durante il percorso, con una ragionevolezza entusiasmante.
Un modo come stupirsi ed accorgersi contemporaneamente di Chi ha fatto tanto per ciascuno: le montagne, gli amici vicini, la gente che hai intorno, il vivere con gusto e come la Bellezza s’impone.
Un’esperienza travolgente e sconvolgente che aiuta ad una maggiore coscienza di sé per trovarsi preparati pure dinanzi ad una realtà geografica che ci supera e ci provoca ad accettare, “oltre noi stessi”, ciò che ci definisce e ci accompagna misteriosamente ed imprevedibilmente.
Le domande su questi fattori che costituiscono ogni persona hanno incalzato Oscar. Anche qui’ le sue risposte non si sono fatte attendere richiamando subito, con meraviglia, che ogni cosa era lì perché lui fosse protagonista e guardato. Una percezione bellissima, ha fatto intendere.
Nel suo raccontare il tratteggio di orme indelebili della Storia del passaggio umano sulla nostra Penisola.
Luana gli ha chiesto, per tutto questo, come si potevano avvicinare i giovani a questa stupenda opportunità che il CAI, associazione a cui appartiene, porta avanti da lustri proprio per far incontrare e vivere la Montagna.
La risposta di Oscar, dopo un attimo di riflessione, è stata chiara quanto spiazzante: l’importante non è pretendere, ma prodigarsi, con pazienza e semplicità, testimoniando il bello di questo approccio che, comunque, deve accadere per essere compreso.
L’esistente ci offre l’occasione di confrontarci con noi stessi, di riconsiderare lo sguardo verso gli altri per trovare un significato più grande.
Ecco perché la Montagna può aiutare, con i suoi silenzi e paesaggi, ad una crescita che ha come regola il camminare e il guardare.
Sensazioni che hanno aperto a più domande e consegnato una buona inquietudine per le quali l’esperienza comunicata da Oscar non presume di essere arrivati, ma è protesa continuamente alla meta come il desiderio di felicità, giustizia, libertà spinge ciascuno al compimento del proprio destino grazie a quella natura dell’uomo che è proprio rapporto con l’infinito. Grazie Oscar!

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