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Naufragio di migranti nel mar Jonio, il cordoglio del presidente di Unicef Calabria, il dottor Giuseppe Raiola

 “Una distesa di lenzuola bianche sulle spiagge della nostra costa, simbolo del fallimento di una umanità che non sa accogliere e aiutare, e non riesce più a proteggere gli essere più fragili: i bambini. Aggrappati al seno delle mamme, strappati alle braccia dei papà, anche oggi è morta l’innocenza tra le decine di migranti che hanno perso la vita scappando da miseria, guerra e violenza, mentre cercavano un futuro migliore e invece hanno trovato la morte. Non ci sono parole per esprimere il dolore e il cordoglio per questa tragedia”. E’ quanto afferma il presidente di Unicef Calabria, il dottor Giuseppe Raiola.

“Dovremmo solo imparare dal silenzio, e sostituire i proclami con le azioni – afferma ancora il presidente del Comitato Unicef Calabria -.  La rotta del Mediterraneo centrale – intrapresa ogni anno da decine di migliaia di donne, uomini e bambini in cerca di salvezza a bordo di barche fatiscenti – è diventata sempre più pericolosa e contraddistinta da un alto tasso di mortalità. Le persone in fuga da guerre, persecuzioni e carestie che tentano la traversata di questo mare sono sempre più esposte al rischio di morte a causa della progressiva scomparsa di entità – internazionali, governative e non governative – dedite al soccorso in mare. Questo è il momento del dolore, e proprio davanti a questa tragedia i Governi e l’Unione europea devono assumersi la responsabilità politica di agire affinché non si contino più i morti della migrazione, e soprattutto che tra questi non ci siano bambini, che continuano a pagare il prezzo più alto dell’incoscienza e della cattiveria degli adulti”.

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