Si è svolta la cerimonia di intitolazione di una via a Paolo Pitasi; nel quartiere di San Sperato.
Alla presenza dei parenti, degli amici e di numerosi cittadini la memoria di Paolo Pitasi è stata ricordata dalla testimonianza della nipote più giovane al cospetto del Sindaco Giuseppe Falcomatà e dell’assessore Filippo Burrone.
Paolo Pitasi viene descritto, nella testimonianza della nipote più giovane, come una figura profondamente radicata nel tessuto sociale del paese: impiegato statale ma anche musicista, enologo, cuoco, agricoltore, marito e padre di famiglia. Un uomo poliedrico caratterizzato da una riconosciuta generosità: autentica, discreta e costante.
Sempre attento ai bisogni degli altri, si prendeva cura non solo delle persone ma anche degli spazi comuni, occupandosi personalmente del decoro finanche delle strade del paese. Parte consistente del suo stipendio veniva destinata, con grande riservatezza, al sostegno delle famiglie in difficoltà; mascherando l’aiuto come ricompensa per piccoli lavori al fine di non ledere la dignità di chi riceveva.
La condivisione era un principio quotidiano: i prodotti del suo orto e il pane della domenica erano offerti a chiunque passasse a salutarlo, con l’auspicio che fossero sempre più le persone da accogliere che non le pagnotte da conservare.
Per il suo impegno civile e professionale fu insignito dell’attestato di benevolenza nel 1970.
L’intitolazione di una via cittadina a suo nome rappresenta oggi non solo il ricordo di un uomo ma il riconoscimento pubblico dei valori di solidarietà, servizio e attenzione alla comunità che hanno contraddistinto la sua vita.
L’assessore Burrone ha ringraziato per la testimonianza offerta dalla nipote di Paolo Pitasi, sottolineando come dalle sue parole emerga con chiarezza un ritratto umano di grande valore e, soprattutto, il senso più profondo di comunità.
Un’idea di comunità fondata sulla giustizia sociale, sull’uguaglianza, sulla fratellanza e sulla solidarietà: valori che rappresentano le basi su cui crescono i quartieri e si rafforza il tessuto sociale. Valori che non dovrebbero mai andare dispersi e che l’esperienza di vita di Paolo Pitasi ha saputo incarnare pienamente.
L’assessore Filippo Burrone ha espresso gratitudine e riconoscenza alla famiglia Pitasi per averlo voluto coinvolgere in un momento così significativo; rendendo la giornata dell’intitolazione un passaggio centrale e condiviso per l’intero quartiere.
Un gesto che ha definito “motivo di orgoglio personale e istituzionale”.
Ha ricordato, infatti, come Paolo Pitasi sia ancora oggi una figura viva nella memoria collettiva del quartiere; tanto che il luogo a lui dedicato era già, nei fatti, un punto di riferimento spontaneo: un luogo d’incontro, riconosciuto e condiviso da tutti.
Burrone ha infine voluto sottolineare il percorso della famiglia Pitasi; improntato al lavoro onesto e dignitoso, divenendo modello sociale e portatrice di quei valori praticati da Paolo Pitasi. Valori ispirati allo spirito dell’aggregazione sociale e del fare le cose per il semplice piacere di costruire relazioni e comunità.
Il Sindaco Falcomatà, intervenendo, ha sottolineato come le parole dell’assessore Burrone e della nipote di Paolo Pitasi racchiudano pienamente il senso dell’intitolazione e, ancor di più, rispecchiano il percorso portato avanti dalla Commissione toponomastica negli ultimi dieci anni: “Recuperare e valorizzare – ha dichiarato- la memoria di personalità che si sono distinte nei diversi ambiti della vita sociale, restituendo loro un posto non solo nel ricordo privato, ma anche nello spazio pubblico della città”.
“L’intitolazione di una via – ha continuato il primo cittadino- non rappresenta una semplice commemorazione, ma un gesto che guarda al futuro; trasformando una memoria personale in patrimonio collettivo e offrendo esempi capaci di ispirare le nuove generazioni”.
In questo senso Falcomatà ha ricordato come quella strada fosse già riconosciuta da tutti come “Traversa Pitasi” e come oggi questa memoria trovi finalmente un riconoscimento ufficiale.
In ultimo il sindaco ha evidenziato come una città cresca attraverso l’esempio dei suoi figli migliori, e la vita di Paolo Pitasi ne è testimonianza chiara. “Pur svolgendo il proprio lavoro pubblico con dedizione, non si è mai fermato al primo traguardo: coltivando e sviluppando con passione le proprie inclinazioni -dalla cucina allo sport, dalla musica all’impegno sociale- senza mai cercare visibilità o riconoscimenti personali”.
Quello di Paolo Pitasi è stato da tutti riconosciuto come un impegno vissuto con umiltà, spirito di servizio e solidarietà; senza farlo pesare sugli altri ma come espressione naturale di un amore autentico e incondizionato per la comunità.
“È proprio questo amore disinteressato -ha concluso Falcomatà-, a rendere Paolo Pitasi una figura meritevole di un posto duraturo nella storia e nella memoria della città”.
