“Mi chiedo se non sia il momento di avere una classe dirigente un po’ più ambiziosa nei partiti del centrodestra e che abbia il coraggio di rinunciare a qualche voto, quello delle corporazioni, per recuperare molti più voti fra quanti invece patiscono le incrostazioni che le corporazioni generano”.
Così il presidente della Calabria, e vicesegretario di Forza Italia, Roberto Occhiuto che in una lunga intervista al Foglio parla del convegno “In Libertà”, svoltosi la scorsa settimana a Palazzo Grazioli, e della sua “ambizione a stimolare una discussione che renda ancora più forte il centrodestra e porti a votare tanti che non votano più perché non riconoscono un’offerta politica liberale, riformista”.
“Sono rimasto stupito dall’interesse che nemmeno io immaginavo si potesse sviluppare attorno a un’iniziativa che doveva essere solo un sasso nello stagno. Proprio questo interesse mi ha dimostrato che evidentemente c’è una grande domanda politica che si poggia sul pensiero liberale, sulla necessità di fare riforme e che non trova una corrispondente offerta politica”.
Occhiuto parla di diversi temi, delle unioni omosessuali “per cui – dice – non ho alcun tipo di pregiudizio o preclusione” a una nuova legge più liberale sulla cittadinanza, affascinato dal successo di Mamdani a New York, che definisce “un musulmano che trionfa nella città delle due torri”. Tutto questo con l’obiettivo per Forza Italia, specifica Occhiuto, “di arrivare al 20 per cento”.
Uno dei temi centrali, aggiunge, “sono le barriere allo sviluppo per molte imprese in Italia”. Per questo, “anche sul nucleare bisogna avere il coraggio di andare avanti con determinazione” così come “non avere un approccio ideologico sulle rinnovabili”.
“Mentre parlo ho qui davanti a me un libro di Antonio Martino. Anche i classici del pensiero liberale oggi andrebbero riletti. Pensiamo solo all’idea dello stato minimo, dopo quello che è successo col Covid, con lo shock energetico dovuto alla guerra fra Russia e Ucraina, l’intervento dello stato è evidente sia necessario, anzi è indispensabile. Draghi nel suo rapporto all’Europa ricorda quanta necessità ci debba essere di intervento pubblico per favorire l’innovazione, il funzionamento del mercato.
Il liberismo che dovremmo realizzare probabilmente non è più nemmeno quello dello stato minimo, ma è il liberismo di chi cambia il metodo delle riforme facendo l’interesse dei cittadini e assumendosi anche il rischio di impopolarità per cercare di costruire un sistema dove tutto sia più semplificato, soprattutto per le imprese. E che cerchi di cambiare l’Europa, sradicando questa ipertrofia normativa a cui l’Ue si è abituata. Ecco, ci sono spazi, ma devono essere spazi anche di novità rispetto al pensiero tradizionale. Io ho voluto svolgere quell’iniziativa a Palazzo Grazioni, perché Berlusconi è stato un grande innovatore e un grande promotore del pensiero liberale in politica, ma è evidente che persino l’agenda Berlusconi, quella del 1994, va aggiornata ai tempi di oggi.
Partecipando alla nostra iniziativa l’ad di Tim Labriola ci ricordava che ci sono voluti 70 anni per arrivare a 100 milioni di allacci telefonici, e poi ci sono volute due settimane per arrivare a 100 milioni di account su ChatGpt, per cui tutto cambia così velocemente che si ha la necessità di rimanere sempre aggiornati”.
Molte delle idee lanciate dal presidente della Calabria in questa intervista ricalcano quelle che Marina Berlusconi consegnò a questo giornale un annetto fa. “Però la mia iniziativa è assolutamente indipendente da Marina, che conosco e che apprezzo moltissimo, ma quando ho deciso di organizzare ‘In Libertà’, gliel’ho solo raccontata, ma la responsabilità di questa iniziativa è esclusivamente mia. Molti l’hanno letta come un’iniziativa in qualche modo indotta dalla famiglia Berlusconi, non è così”.
Per capire quanto l’agenda Occhiuto si avvicini a quella delineata da Marina, basta raccontare quali idee, in campo economico, ha in mente il vicesegretario di Forza Italia. Partiamo dal contrasto alle corporazioni, qualcosa di assolutamente non scontato anche all’interno del partito azzurro. Ci vuole più coraggio?
“Sicuramente sì. Anche per questo ho detto che la mia iniziativa voleva essere una scossa. Io l’ho sperimentato quando ho fatto ricorso contro il decreto di Salvini in Corte costituzionale, ho visto quanti giovani hanno salutato con favore un’iniziativa del genere che liberalizzasse il mercato. Mi chiedo se non sia il momento di avere una classe dirigente un po’ più ambiziosa nei partiti del centrodestra e che abbia il coraggio di rinunciare a qualche voto, quello delle corporazioni, per invece recuperare molti molti più voti fra quanti invece patiscono appunto le incrostazioni che le corporazioni generano nel mercato”, dice Occhiuto.
“Per l’esperienza che ho fatto io governando una regione complicata come la Calabria, tutto quello che riguarda la velocizzazione del sistema delle autorizzazioni e la semplificazione a volte ha un valore superiore all’incentivo economico. Per un decisore degli investimenti di un’azienda potersi presentare davanti al board della propria impresa per dire che entro tre mesi quell’investimento che propone sarà certamente avviato è molto più importante persino dell’incentivo economico”.
Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria e vice segretario nazionale di Forza Italia, in una lunga intervista rilasciata a “Il Foglio”.
“Per questo serve una poderosa azione di semplificazione, di velocizzazione. Si era provato a farlo con la ZES, soprattutto al sud, stava dando qualche risultato. Mi auguro che questo aggiornamento della ZES, che è anche zona logistica speciale, non rappresenti un arretramento. Io credo che questo sia il tema principale per le imprese, quello di avere un sistema che semplifica loro la vita, che rende più semplice tutti i processi di autorizzazione.
Poi un altro tema sono le barriere allo sviluppo per molte imprese in Italia, penso per esempio a tutte le questioni che riguardano il costo dell’energia. C’è bisogno da un lato di lavorare sulle reti e sugli accumulatori, perché altrimenti tutto l’investimento che stiamo facendo sulle rinnovabili a volte non produce risultati attesi perché se non accumuli l’energia e se non la metti in rete sia quando serve sia quando non serve, molta energia la sprechi. Invece la possibilità di poter accumulare energia, poterla dare alle imprese a un costo inferiore potrebbe rappresentare un motore di sviluppo.
Anche sul nuclare poi bisogna avere il coraggio di andare avanti con grande determinazione. E poi cercare di avere un approccio non ideologico anche sul piano dell’energia, nel senso che mentre si investe sulle rinnovabili, siccome non abbiamo ancora il nucleare, non si può far finta che le fonti di energia fossile possano essere archiviate. Questo è un paese che ha la possibilità di realizzare almeno due rigassificatori che hanno le autorizzazioni già pronte e si deve avere il coraggio di farlo perché il costo dell’energia rappresenta un ostacolo importante alla competitività delle nostre imprese rispetto alle altre imprese europee”.
Anche nei confronti del sistema bancario, dice Occhiuto, c’è bisogno di maggiore responsabilità da parte della politica. “Noi abbiamo avuto sempre pudore a ritenere le banche un’infrastruttura economica che serve a finanziare le imprese, le famiglie, senza le quali l’economia non funzionerebbe. Ma mettere in sofferenza le banche significa generare sofferenza nel sistema economico a aumentare i costi sui cittadini e sui consumatori. Anche questo è un tema che andrebbe approfondito con un approccio più responsabile e più competente, fuori dai luoghi comuni che possano far prendere qualche applauso in qualche manifestazione elettorale”, dice Occhiuto.
“Non mettere sullo stesso piano Trump e l’America, nel senso che gli Stati Uniti sono e rimarranno il pilastro principale dell’Occidente insieme all’Europa. Trump non è il mio ideale politico, ma credo sia ineludibile il fatto che il suo approccio trattativista ha fatto ottenere all’occidente, almeno sui teatri di politica estera, risultati che sotto Biden non abbiamo visto”.
Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria e vice segretario nazionale di Forza Italia, in una lunga intervista rilasciata a “Il Foglio”.
“Poi Trump insegue soprattutto gli interessi politici interni, gli interessi degli americani. Ripeto, non è per toni, per modi il mio ideale politico e credo che anche anche la destra europea debba avere la capacità di strutturare una sua fisionomia che non può essere coincidente con quella di Trump”.
Anche sul sostegno all’Ucraina, dopo i risultati dell’ultimo Consiglio europeo, la posizione del vicesegretario di Forza Italia è cristallina. “Per fortuna c’è una grande chiarezza di azione da parte di Giorgia Meloni su questo tema. Mi pare abbia chiarissimo come bisogna procedere. L’Europa ha davanti a sé una sfida che è decisiva. Se non riesci a trovare la forza per difendere l’Ucraina, l’Europa un istante dopo sarà molto più debole, più vulnerabile.
Per quanto mi riguarda io ho salutato positivamente il fatto che non si sia intervenuto sugli asset russi perché comunque è meglio finanziare questa attività facendo debito che costituire un precedente che potrebbe indurre stranieri a non investire più in un continente che può nazionalizzare in qualche modo questi investimenti. Penso per esempio agli investimenti da parte dei paesi del Golfo che l’Europa e l’Italia potrebbero accogliere e potevano essere messi a rischio dal precedente russo”, sottolinea Occhiuto.
“Credo che si debba lavorare a un centrodestra che venga percepito come più al passo con i tempi, più smart, più moderno. Significa anche non avere il timore di discutere di diritti civili, soprattutto perché ci sono tanti ragazzi di 20-21 anni che non vorrebbero votare a sinistra, ma che forse ora hanno nel loro immaginario una visione di un centrodestra troppo conservatore”.
Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria e vice segretario nazionale di Forza Italia, in una lunga intervista rilasciata a “Il Foglio”. Il forzista dice di muoversi convintamente in scia all’eredità di Silvio Berlusconi, perseguita anche da Pier Silvio e Marina che su questo hanno un approccio molto liberale, quasi “progressista” (la stessa Marina Berlusconi in un’intervista disse di pensarla più come la sinistra che come il centrodestra su questi temi).
“Ragionare con meno pregiudizio sui diritti civili significa costruire un profilo che possa conquistare attraverso Forza Italia voti di giovani e anche di gente che non ha mai votato per il centrodestra. Anche questo credo sia un obiettivo importante che può essere fatto nel segno di Silvio Berlusconi, perché Berlusconi sui temi dei diritti civili, anche quando io ero parlamentare, ci lasciava sempre libertà di coscienza. E credo sia stato sempre un dirigente politico molto all’avanguardia su questi temi”.
Due domande secche: è a favore dei matrimoni gay e di una legge sul fine vita? “Intanto secondo me c’è un tema legato all’approccio. Da noi c’è l’idea che la legislazione debba essere così invadente da normare tutto, anche quello che riguarda la coscienza e il confine fra la vita e la morte. Questo è un tema su cui bisognerebbe riflettere, Rispetto alle coppie omosessuali, io non ho alcun pregiudizio. E sul fine vita dico che è più una questione di coscienza individuale, sui cui però credo sia legittimo aprire un dibattito. Anche in questo caso non ho alcuna preclusione, sempre tenendo a mente le diverse implicazioni di natura etica che vanno considerate”, dice Occhiuto.
“Non ho alcuna intenzione di rinchiudere questo sforzo nel cortile delle polemiche interne a Forza Italia. La mia ambizione è quella di stimolare una discussione che renda ancora più forte il centrodestra e porti a votare tanti che non votano più perché non riconoscono un’offerta politica liberale, riformista”.
Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria e vice segretario nazionale di Forza Italia, in una lunga intervista rilasciata a “Il Foglio”.
Non tanto un manifesto liberale, quanto “dei pensieri liberali che ne possano innescare degli altri. E che poi possano portare, questo sì, alla costruzione di un manifesto. Vorrei che su questi temi nel centrodestra si stimolasse un grande dibattito”.
“Mi chiedo se non sia il momento di avere una classe dirigente un po’ più ambiziosa nei partiti del centrodestra e che abbia il coraggio di rinunciare a qualche voto, quello delle corporazioni, per recuperare molti più voti fra quanti invece patiscono le incrostazioni che le corporazioni generano nel mercato”.
E pungola i partiti della coalizione su quelli che suonano come veri e propri tabù: dalla unioni omosessuali “per cui non ho alcun tipo di pregiudizio o preclusione” a una nuova legge più liberale sulla cittadinanza, affascinato dal successo di Mamdani a New York, “un musulmano che trionfa nella città delle due torri”.
Tutto questo con l’obiettivo per Forza Italia, specifica Occhiuto, di arrivare al 20 per cento: “Meloni è bravissima, ha una credibilità e un autorevolezza a livello internazionale che forse non si aspettavano nemmeno dentro Fratelli d’Italia. Ma mi chiedo: può bastare solo lei? Quando c’era Berlusconi dall’altra parte c’erano Prodi, poi Renzi, Enrico Letta, Gentiloni. Ora dall’altra parte abbiamo Elly Schlein e Francesca Albanese. Dobbiamo trovare il coraggio di continuare il lavoro di Berlusconi innovandolo e con l’ambizione che lui ci stimolava ad avere. Se non ora, quando?”.
