E’ polemica al Consiglio comunale di Reggio Calabria per la mancata concessione di un minuto di silenzio per Charlie Kirk. Il consigliere del gruppo misto Massimo Ripepi, autore della richiesta, parla di “diktat del Pd” e “vergognoso tradimento dei valori cristiani”.
Il presidente dell’assemblea, il dem Enzo Marra, ribatte sostenendo che è stato “adottato parametro non dissimile rispetto ad altri precedenti casi”.
Secondo Ripepi, si trattava di “un gesto semplice, umano e cristiano per ricordare una vita spezzata per la fede in Gesù Cristo”. E definisce “un trucco da politicanti consumati” la decisione di Marra di dare la parola al capogruppo del Partito democratico Giuseppe Marino che ha chiesto dieci minuti di sospensione.
“Una scusa – afferma Ripepi per guadagnare tempo e ricevere indicazioni dal sindaco e dalla segreteria nazionale del Pd. Dopo questo teatrino, il presidente, consultatosi presumibilmente con i vertici del partito, ha rifiutato di concedere il minuto di silenzio, adducendo motivazioni che provo vergogna persino a riferire”.
“Pur riconoscendo la gravità e l’efferatezza dell’omicidio di Charlie Kirk, con l’aggravante di considerare il fatto come un attentato alla libertà di pensiero, che questa amministrazione considera sacra ed inviolabile – ribatte Marra – si è ritenuto di non concedere un minuto di silenzio, per quanto concerne avvenimenti americani, seppur impattanti nel contesto internazionale, i cui risvolti sono stati già ampiamente strumentalizzati sotto l’aspetto politico anche in Italia”.
Marra spiega quindi che “si è adottato un parametro di valutazione non dissimile rispetto a quello adottato tre anni fa, in occasione della morte di cinque persone per l’assalto al Campidoglio Capitol Hill a Washington, o più recentemente, quando una deputata del Partito Democratico del Minnesota, insieme a suo marito, anch’egli politico democratico (il senatore John Hoffman), furono uccisi per motivi politici”.