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Università Catanzaro, Palaia: “È il momento di innescare un nuovo slancio e uno scatto di orgoglio”

“Ho atteso qualche giorno prima di esprimermi sulle vicende che riguardano la nostra UMG poiché ritengo che non sia mai una buona idea estrapolare da una situazione complessa e articolata, un ragionamento frettoloso ed emotivo.
L’adesione all’UNICAL di una delle menti più brillanti e delle professionalità più fulgide del nostro Ateneo come quella del prof. Ciro Indolfi non poteva non innescare una serie di reazioni e di interrogativi. Personalmente ritengo che in una società moderna, cosmopolita e dinamica come quella dei nostri tempi, non dovrebbe stupire che un professionista decida di buttarsi in una nuova avventura, stimolato da un ambiente lavorativo ed accademico ricco di spinte innovative come quello che oggi propone la nuova Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Unical. È altrettanto evidente però che lo strascico innescato dallo stesso Indolfi relativamente agli scenari e alle dinamiche interne all’UMG evocati dalle sue dichiarazioni, non può essere liquidato con atteggiamenti propri da tifoserie.
Sono certa che il prof. Indolfi avrà pesato ogni parola e saprà dare seguito alla propria esternazioni, se lo riterrà necessario, nei modi e nei termini che riterrà più opportuni.
Portando la riflessione oltre questo specifico snodo, non si può non ritenere che la Città e l’Università che in essa abita non costituiscono mondi separati e non dialoganti e che ogni criticità o debolezza dell’una e dell’altra come anche, al contrario, ogni vigorìa ed ogni successo dell’una e dell’altra, abbiano riverberi vicendevoli e reciproci.
E dunque, le sorti ed i destini dell’una e dell’altra sono inscindibili.
Se la città non ha decollato negli ultimi venti anni (tempo minimo per un serio apprezzamento di risultati) anche la sua Università ne ha risentito e, così, in un rapporto di reciproca influenza, qualsiasi debolezza o scelta sbagliata fatta dalla governance dell’Università ha finito per incidere sul percorso di sviluppo della città.
Ed allora, non trovo onesto il rimpallo di responsabilità dell’una sull’altra così come risulta stucchevole la recriminazione fine a se stessa, al solo scopo di cercare un responsabile.
Quando circa un anno fa, assistemmo alla formazione e poi alla nascita della nuova Facoltà di Medicina a Cosenza, chiesi al Sindaco Fiorita di organizzare un consiglio comunale dedicato a tale argomento, allo scopo non di avviare una discussione basata su sterili campanilismi ma con la convinzione che la moltiplicazione di Facoltà analoghe in una regione con meno di due milioni di abitanti avrebbe finito per frammentare l’offerta formativa a discapito della qualità, privando il mondo accademico di una prospettiva “di sistema” che puntasse a valorizzare le singole realtà esistenti e a diversificare le proposte in base ai territori e alle specifiche vocazioni di essi.
Come si ricorderà, il presidente Occhiuto pensò bene neppure di partecipare a quel dibattito e l’allora Rettore De Sarro si arroccò su una posizione di strenua difesa della duplicazione della Facoltà di Medicina, senza nemmeno troppo pudore rispetto ad una scelta tanto nefasta.
Nel frattempo, il disegno di Occhiuto di moltiplicare le Facoltà di Medicina (un’altra ne è stata aperta a Crotone) ha continuano il suo corso, in una logica miope di germinazione di nuove facoltà di cui si avvertono tutti i limiti.
Ebbene, in questo scenario, oggi siamo tutti chiamati a riflettere e a darci da fare per far crescere la nostra realtà.
Non c’è chi possa sottrarsi a dare un contributo per invertire la rotta di un destino che, ripeto, vede appaiate e complementari la Città e l’Università.
La mia proposta, pertanto, è di mettere da parte atteggiamenti recriminatori e di porre alla discussione congiunta di tutti gli attori misure concrete che strutturino un programma a breve, medio e lungo termine fatto di interventi seri (collegamenti, nuovi innesti di studio e abitativi in centro, incentivi alla socializzazione e allo scambio di servizi e attività), misure cioè che creino un effettivo rapporto virtuoso tra la Città e l’Università.
È il momento dunque di innescare un nuovo slancio e uno scatto di orgoglio che correggano e pongano rimedio alle scelte e alle spoliazioni subite e che cambino finalmente il destino del nostro territorio.
Immagino inoltre la creazione di una Consulta permanente Città-Università in cui i rappresentanti dell’una e dell’altra concertino obiettivi e strumenti di intervento e le cui riunioni siano aperte e “diffuse” sul territorio in modo da dare ai cittadini la possibilità di ascoltare le proposte e di verificare i risultati raggiunti. Non c’è più tempo e non ci sono più scuse”.
Lo afferma in una nota la consigliera comunale Daniela Palaia.
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