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“Nosferatu il Vampiro”: l’8 febbraio incontro a Reggio Calabria

Il 4 marzo del 1922 veniva proiettato per la prima volta a Berlino il film muto diretto dal regista tedesco Friedrich Wilhelm Murnau (1888-1931) “Nosferatu il Vampiro” in originale Nosferatu, eine Symphonie des Grauens (Nosferatu una Sinfonia dell’orrore) che viene considerato uno dei capolavori del regista e dell’espressionismo tedesco ed è anche la prima pellicola a trattare della figura di Dracula, reso celebre dal romanzo epistolare dello scrittore irlandese Bram Stoker pubblicato nel 1897.

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A tale anniversario centenario l’Associazione Culturale Anassilaos dedica un incontro che si terrà martedì 8 febbraio alle ore 17,15 presso lo Spazio Open relatore il Dott. Massimiliano Barberio, studioso di letteratura e cultura tedesca che alla figura del vampiro nella letteratura europea gotica dell’Ottocento ha dedicato, sempre per conto di Anassilaos, una serie di conversazioni. Proprio a causa dei diritti d’autore detenuti dalla famiglia di Stoker, morto nel 1912, Murnau fu costretto a trasformare il titolo del film “Dracula” in “Nosferatu” e lo stesso Conte Dracula, protagonista della pellicola, nel conte Orlok. Ciò non gli evitò comunque la denuncia degli eredi dell’Irlandese. Il successo del film fu immediato soprattutto in Germania e fece di Murnau uno dei registi tedeschi più affermati aprendogli la via di Hollywood. A contribuire alla fama del film furono poi le leggende nate intorno alla pellicola e al suo protagonista, l’attore Max Schreck che con la sua figura esile e misteriosa diede vita a un Nosferatu intenso e spaventoso. Si disse che l’attore stesso fosse un vampiro o che il regista in Transilvania avesse reclutato un autentico vampiro. Diversi misteriosi incidenti avvenuti durante la lavorazione favorirono tali dicerie. Alla storia della lavorazione del film fu dedicata una pellicola del 2000 del regista E. Elias Merhige dal titolo “L’ombra del vampiro” con John Malkovich nel ruolo di Murnau e Willem Defoe nel ruolo di Schreck. E’ peraltro da rilevare che a parte le ovvie e scontate affinità con il romanzo di Stoker che costrinsero il regista ad apportare modifiche che non gli evitarono comunque la denuncia degli eredi dell’Irlandese (Wisborg invece di Londra, i Carpazi invece della Transilvania) la pellicola di Murnau – come più tardi nel 1979 il remake di Herzog “Nosferatu principe della notte” con Klaus Kinski – si caricò di significati ben più tragici e profondi (nel mezzo vi era stata la carneficina della Grande Guerra e la Repubblica di Weimar era preda di quei rigurgiti che aprirono la via al Nazismo appena undici anni dopo): Nosferatu non è il mostro ma piuttosto il male che periodicamente sembra colpire e poi dominare una dolente umanità. Non caso la sua presenza nella cittadina di Wisborg è segnata dall’insorgere della peste. La morte del mostro sembra ridare pace e serenità alla comunità ma il male non muore ed è pronto a ritornare sotto qualsiasi veste.

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