Riceviamo e pubblichiamo:
Nelle ultime settimane, la questione della città unica tra Cosenza, Rende, Castrolibero e Montalto Uffugo, per la parte che ci riguarda, è tornata di attualità nel confronto politico insieme all’altra questione relativa alla ubicazione del nuovo ospedale di Cosenza.
La Federazione Riformista di Rende non può che ribadire la sua posizione che è antichissima, elaborata e perseguita da alcuni decenni fa.
Sulla città unica, i riformisti di Rende sono assolutamente d’accordo. Ma la città unica non può essere realizzata a freddo, con una fusione priva di qualsiasi progettualità, né tantomeno attraverso un atto di imperio del Consiglio Regionale della Calabria, a maggioranza di centro destra, con una iniziativa assolutamente autoritaria, che richiama alla memoria valori imperanti nel “ventennio” di funesta memoria per il nostro Paese, valori rappresentati da personalità che tuttora fanno parte del “Pantheon” della destra italiana.
Noi siamo convinti che si debba partire dall’Unione dei Comuni di Cosenza, Rende, Castrolibero e Montalto Uffugo, istituto previsto dal TUEL, per sperimentare insieme la gestione dei servizi (rifiuti, acqua, scuola, ecc.) e per programmare unitariamente le questioni dell’energia, del lavoro e, necessariamente, della programmazione del territorio. L’Unione serve a verificare la fattibilità del progetto di città unica e, naturalmente, se la sperimentazione dovesse funzionare, il progetto si dovrebbe sottoporre all’approvazione dei cittadini attraverso l’istituto del referendum.
Dal nostro punto di vista, in ogni realtà comunale partecipante alla realizzazione della città unica, nel referendum si dovrebbe registrare la maggioranza dei sì. Alle fusioni tra comuni non si può pervenire con una legge senza consultare democraticamente i cittadini, poiché se è vero che la fusione fa sorgere un nuovo Comune è altrettanto vero che si cancellano storie, tradizioni, usi e costumi, mettendo insieme, peraltro, crediti, debiti e patrimoni. Sarebbe, senza ombra di dubbio, un provvedimento illegittimo, perché spudoratamente antidemocratico. Né si può pensare di salvarsi democraticamente l’anima attraverso accordi segreti tra poteri oligarchici di varia natura.
Anche per quanto riguarda l’ubicazione del nuovo ospedale della provincia di Cosenza, è da decenni che sosteniamo la necessità di tenere presente l’area in cui sorge l’Università della Calabria. Nel recente passato, la nostra battaglia ha avuto come obiettivo prioritario l’istituzione della facoltà di medicina all’Unical.
Oggi, finalmente, la facoltà di medicina esiste. Siamo, pertanto, ancor di più convinti che il nuovo ospedale debba sorgere nell’area universitaria, per far si che i dipartimenti ospedalieri possano funzionare come cliniche universitarie. La nostra non è una posizione campanilistica, perché sotto un certo profilo al cuore pulsante di Rende è più vicina l’area di Vaglio Lise che non l’area universitaria.
La nostra è una posizione che tiene conto della storia ma, soprattutto, della contemporaneità, che richiede, in materia sanitaria, che le scienze matematiche, chimiche, informatiche ed ingegneristiche vengano utilizzate nel campo della medicina per avere a disposizione tecniche e macchinari sempre più innovativi e moderni. Scienza e medicina, dunque, devono di necessità camminare a braccetto. L’area ove insiste l’Università della Calabria, già interamente espropriata e, dunque, facilmente utilizzabile, si presta magnificamente per sperimentare la necessaria, ineludibile collaborazione tra le scienze che si interessano di innovazione tecnologica e quelle che coltivano il vasto campo della medicina.
Rende, 05/07/2023
Maria Pia Galasso, Segretario Federazione Riformista di Rende
Fabio Liparoti, Vice-Segretario Federazione Riformista di Rende
Clelio Gelsomino, Presidente Federazione Riformista di Rende