Prende sempre più piede la proposta dell’Unione dei Comuni ‘Riviera dei Cedri’, lanciato dal coordinatore di Italia del Meridione dell’alto Tirreno cosentino, l’arch. Giovanni Servidio, è rilanciata dai diversi rappresentanti del Movimento dell’area di riferimento, da Scalea a Belvedere M.mo e Diamante.
“Non posso che esprimere – ad intervenire sull’argomento il commissario cittadino di Diamante, Italo Contatore – grande soddisfazione e ringraziare il sindaco, il sen. Ernesto Magorno, per aver aderito al progetto lanciato dal Movimento che rappresento”. La lungimiranza e la visone d’insieme che l’idea rappresenta non può che trovare consensi – prosegue Contatore – in quei primi cittadini e rappresentati istituzionali che hanno ben chiaro come questa sia un’opportunità da cogliere. Sono sotto gli occhi di tutti, infatti, – prosegue Contatore – i problemi e le grandi criticità di cui soffrono gli enti locali e che, invece, possono trovare respiro nell’attuazione di una governance condivisa dei vari territori, soprattutto dei comuni più piccoli. Un passaggio istituzionale importante che garantirebbe sinergie nei servizi in primis e poi nelle opportunità che nascerebbero proprio dall’unione, sia in termini strutturali sia di accesso a finanziamenti e progetti altrimenti preclusi. L’interesse – sottolinea il referente di IdM – è rivolto alle comunità del comprensorio, contro ogni anacronistico campanilismo che per anni ha penalizzato lo sviluppo della nostra costa. Ecco perché fa specie leggera alcune dichiarazioni, da parte tra l’altro di un presidente di un Consiglio comunale, che conosce bene le difficoltà di gestione della cosa pubblica e dovrebbe invece guardare con interesse alla proposta, ponendo quesiti e dubbi che non c’entrano assolutamente nulla.
A partire dal fatto che l’idea – precisa Contatore – è stata lanciata molto prima della caduta del Governo e non era certo ipotizzabile il ricorso al voto anticipato. Per cui le infondate e speriamo non pregiudizievoli preoccupazioni, espresse nella sua disamina, non hanno ragione d’essere. Va da sé, inoltre, che all’idea iniziale seguirà nella pratica l’istituzione di un tavolo tecnico da cui partire per costruire l’organismo che rappresenterà i diversi comuni che decideranno di farne parte. L’idea è sempre stata quella di scegliere la forma associativa – ribadisce con forza – proprio per non calare dall’alto posizioni che minerebbero, come purtroppo è successo per altre realtà, l’identità e l’autonomia dei diversi comuni. Ogni azione sarà intrapresa nell’esclusivo interesse collettivo! Il fatto che ci siano stati tentativi in passato che non hanno trovato concretezza e continuità, non può essere considerato un deterrente o peggio una scusa, per non percorrere ciò che oggi rappresenta l’unica alternativa possibile al superamento di molte problematiche e a cui diverse realtà guardano con interesse e altre l’hanno già attuate. L’invito è – conclude – riflettere sulle occasioni mancate, e su ciò che ci attende nel prossimo futuro e a cui si potrà rispondere soltanto con un’azione corale”.