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Circolo PD Villa SG: “Le diseguaglianze nell’accesso ai farmaci ci condannano alle mancate cure”

È purtroppo esperienza ormai comune di molti pazienti oncologici calabresi:
l’emigrazione sanitaria cui siamo costretti da anni riguarda anche l’approvvigionamento di farmaci di ultima generazione, più efficaci, meno tossici, molto costosi.
L’Ocse e’ da tempo che denuncia questo squilibrio (https://www.quotidianosanita.it/m/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=124932): c’e’ una disparità d’accesso agli antiblastici in Europa, c’e’ una disparità tra i cittadini nei singoli Stati, soprattutto in quelli – come l’Italia – in cui la Sanità e’ regionalizzata, nei quali la cristallizzazione delle diseguaglianze va di pari passo con il disavanzo delle Aziende sanitarie.
Anche i cittadini di Villa, come quelli di Reggio e di tutta la Regione, vivono, sulla propria pelle, questa insopportabile differenza, sperimentano l’utilizzo di farmaci salva vita “diversificati” per territorio.
Si può godere di una certa cura “innovativa” a Milano e non a Reggio? E’ giusto rassegnarsi ad una qualità di vita e a cure diverse solo perché la Sanità calabrese e’ in disavanzo?
 Si può accettare la qualifica di “cittadini di serie B” solo perché non si riesce ad appianare un bilancio?
Con questa nota vogliamo rivolgerci al Presidente Occhiuto, nella doppia veste di Governatore della Regione e di Commissario ad acta per il ripiano del disavanzo sanitario, chiedendogli:
°e’ vero che in Italia non e’ omogeneo l’accesso ai farmaci antitumorali di ultima generazione?_
 °E’ vero che il disavanzo calabrese limita gli specialisti nella prescrizione dei farmaci più costosi?
°E’ vero che i seguenti farmaci antiblastici Atezolizumab (Tecentriq ),  Nivolumab (Optivo ), sono al momento non erogabili in tante ASL del territorio calabrese?
Occorre affrontare questo dramma con verità e sobrietà.
Qui non serve dividersi tra Destra e Sinistra perché e’ in gioco l’aspettativa di vita dei nostri figli.
 Non possiamo arrenderci ad un Governo che si limita a commissariare le sanità regionali in deficit, senza porsi il problema – immediato – dell’ intervento sostitutivo perequativo, del ricorso a fondi Nazionali che tentino di “unire” un Paese che e’ diviso tra chi ha la speranza di guarire e chi ha la certezza di non farcela, solo perche’ si e’ residenti in Regioni diverse.
Sappiamo una cosa: non ci bastano risposte generiche, non possiamo più attendere un “risanamento” che tarda a produrre effetti concreti.
Lo Stato, il Governo, ha il dovere di intervenire in applicazione di precisi precetti costituzionali:
1) art. 32 Cost, co. 1:
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti;
2) art.117, co. 2, lett. m:
Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: (…) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale.
I nostri concittadini si recano negli ambulatori dei territori calabresi, accedono alle cure chemioterapiche ma non hanno la certezza di essere curati come se vivessero a Reggio Emilia.
E’ giusto tutto questo? Solleviamo queste domande dallo Stretto, dall’Area vittima, prossimamente, del più grande sperpero di denaro pubblico della recente Storia calabrese: i 14 miliardi di euro che stanno per essere investiti nell’ inutile “Ponte sullo Stretto” gridano vendetta, come “piange il cuore” aver visto sprecate – sempre a causa del Ponte – le risorse calabresi del Fondo di Coesione e Sviluppo.
 Di fronte allo scandalo dei farmaci non disponibili per i calabresi, innanzi al baratro della diseguaglianza che “spezza” vite umane per mancate cure adeguate, come si fa ad accettare una tale enorme sottrazione di risorse solo per accontentare gli appetiti elettorali di una forza politica al Governo del Paese?
Presidente Occhiuto, chiediamo risposte, pretendiamo rispetto per i diritti di cittadinanza dei calabresi.
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