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Il report di “Libera” che fotografa l’andamento della variante ‘criminalità’: “In Calabria reati raggiungono livelli pericolosità superiori al pre-pandemia”

Un report per fotografare l’andamento del contagio e della diffusione della variante “criminalita’” sulla scorta degli approfondimenti che Libera ha realizzato, studiato e analizzato nel corso dei precedenti dossier rilasciati durante il periodo pandemico. Una variante “criminalita’” che non e’ solo mafiosa, con operatori economici che vanno a cercare i servizi della mafia per stare sul mercato e faccendieri e corrotti che fanno da ponte con le organizzazioni criminali.

Una mutazione criminale, che in Calabria, non solo ha resistito al periodo pandemico ma che ha raggiunto livelli di pericolosita’ superiori al periodo pre-pandemico e che ha tutte le caratteristiche per diventare il nuovo modello delle mafie in affari, sempre piu’ inserito nell’economia ferita dal virus. Nella ricerca “La Calabria, le Calabrie, storie di illegalita’, percorsi di impegno “, realizzata per Libera, sono stati elaborati e sintetizzati i dati piu’ importanti che emergono dalle varie fonti investigative e istituzionali, per fotografare l’andamento del contagio della variante “criminalita’” e i cosiddetti effetti del “long Covid” per analizzare il diffondersi dell’infezione mafiosa all’interno del Paese.

Sono stati elaborati i dati relativi ad alcuni reati spia (reati di usura, di estorsione e riciclaggio denaro, delitti informatici e truffe e frodi informatiche), i numeri delle interdittive e quelli sulle segnalazioni sospette dell’Uif (unita’ di informazione finanziaria), ovvero di quelle condotte che riflettono in se’ il pericolo di infiltrazione mafiosa. La ricerca sara’ presentata nel percorso verso Contromafiecorruzione che si svolgera’ dal 18 al 20 ottobre presso la Scuola di Polizia di Vibo Valentia.

Tre giorni di riflessione, incontri, lavori di gruppo per una nuova proposta di rinnovamento dei percorsi, dei linguaggi e degli strumenti legislativi nella lotta alle mafie e alla corruzione e ribadire l’importanza della rete sociale contro la ‘ndrangheta e per porre al centro alcune questioni. Entrando nel dettaglio della ricerca, per i singoli reati sono stati messi a confronto i dati complessivi del biennio pre-pandemico 2018/19 con il biennio 2022/23 post pandemico quello che tutti considerano come effetto “longCcovid” della pandemia.

Il dato complessivo dei reati spia in Calabria (usura, estorsione, riciclaggio denaro, reati informatici, truffe e frodi informatiche) per il biennio 2022-2023 raggiunge la cifra di 16.322, con un incremento del 18% rispetto al numero di reati spia del biennio pre-pandemico 2018/2019, quando erano 13.836.

In sostanza, – si fa rilevare – la pandemia e’ stata un’opportunita’ per i criminali, che hanno approfittato del virus per rafforzare e ampliare i loro affari illegali. Confrontando i dati del 2023 con quelli dell’anno precedente, il numero complessivo dei reati spia registra un aumento del 3% (8.300 nel 2023 rispetto a 8.022 nel 2022).

A livello provinciale, nel 2023, la provincia con il maggior numero di reati spia e’ Cosenza, con 2.636 reati, seguita da Reggio Calabria con 2.588 e Catanzaro con 1.664. In termini di incremento percentuale rispetto al 2022, la provincia di Vibo Valentia registra l’aumento maggiore con +8%.

Diminuiscono le interdittive antimafia : erano 720 nel biennio pre-pandemico 2018/2019, mentre sono 538 nel biennio “long covid” 2022/2023. Nel 2023 sono state emesse 265 interdittive antimafia, con un calo del 3% rispetto al 2022, quando erano 273.

La provincia con il maggior numero di provvedimenti resta Reggio Calabria, con 75 interdittive, otto in piu’ rispetto al 2022. La riduzione piu’ marcata si registra a Catanzaro (da 130 a 21, -83,81%).

Nel biennio “long covid” 2022/2023, le segnalazioni sospette hanno raggiunto complessivamente la cifra di 8.059, con un aumento del 46% rispetto al biennio pre-pandemico 2018/2019, quando erano 5.508. Tuttavia, si registra un calo del 4,6% nelle segnalazioni sospette dell’UIF nel 2023 rispetto al 2022 ( 3.934 nel 2023 contro 4.125 nel 2022).

A livello provinciale, nel 2023, il maggior numero di segnalazioni sospette proviene dalla Provincia di Reggio Calabria, con 1.147 segnalazioni, seguita da Cosenza con 1.119. Aumentano le segnalazioni nella provincia di Crotone (674 nel 2023 rispetto a 608 nel 2022.

“La forza della ‘ndrangheta risiede – si legge nella ricerca di Libera – nella capacita’ di coniugare il vecchio e il nuovo con una potenza criminale ed economica capace di affrontare le sfide e i cambiamenti imposti dalla modernita’ globale rimanendo uguale a se stessa, una organizzazione criminale che nel contempo ha mantenuto forti radici nel territorio d’origine che, secondo alcune importanti inchieste piu’ o meno recenti, rimane “cuore pulsante” o “roccaforte” del suo potere. L’organizzazione manifesta un’alta capacita’ rigenerativa delle proprie fila, producendo periodicamente una nuova generazione criminale in grado sicuramente di raccogliere il testimone per una piu’ evoluta concezione dell’imprenditoria mafiosa.

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