Si è svolta oggi l’udienza delle parti civili nel processo “Perfido”, sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel settore del porfido in Trentino. Nell’udienza sono state ribadite le ragioni di costituzione delle parti e le richieste risarcitorie, che ammontano a 500.000 euro per ogni ente pubblico costituitosi in giudizio (Provincia autonoma di Trento, Comune di Zona Lases, Ministero dell’interno e Presidenza del Consiglio dei ministri) e di 50.000 per gli enti privati (Fillea Cgil, Filca Cisl, Arci del Trentino, Libera e Altrotrentino).
“La costituzione è motivata dalla volontà di intervenire in una situazione nella quale dove governano le organizzazioni criminali il mercato del lavoro diventa guasto e vengono lesi i diritti dei lavoratori, senza possibilità di intervento da parte dei sindacati, con danni per tutto il tessuto economico e affermazione della violenza, come accaduto nel caso del lavoratore di origine cinese ridotto in fin di vita”, ha detto l’avvocato Giovanni Guarini, in rappresentanza di Fillea Cgil. Con domani, martedì 18 luglio, iniziano le udienze per le arringhe dei legali della difesa, che proseguiranno fino a martedì 25 luglio (con l’eccezione di venerdì 21 luglio). La sentenza è attesa per mercoledì 26 luglio.