“A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perché sono anche delle condizioni” - Tiziano Terzani
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Autonomia differenziata, Ferrara e Baldino (M5S): “Riforma spacca il Paese e va contro le politiche UE”

«Da tempo segnaliamo il paradosso, tutto italiano e targato Lega, di voler portare a compimento l’autonomia differenziata. Una riforma che mira a spaccare in due il Paese, anziché incentivare la coesione territoriale, pilastro e principio cardine alla base delle politiche comunitarie in tema di finanziamenti europei, Next Generation Eu compreso».

E’ quanto affermano l’eurodeputata Laura Ferrara e la deputata Vittoria Baldino in una nota.

«I dubbi sul mancato buon senso del Ddl Calderoli, arrivano anche dalla Commissione europea che nell’ultimo “Country Report”, sostiene che «senza risorse aggiuntive, potrebbe risultare difficile fornire gli stessi livelli essenziali di servizi in regioni storicamente a bassa spesa, anche per la mancanza di un meccanismo perequativo».

«Per la Commissione Ue – continuano le due rappresentanti del Movimento 5 stelle calabrese – l’autonomia differenziata rischia di avere impatti negativi sulla qualità delle finanze pubbliche italiane e sul­le disparità regionali. Disparità che andranno via via sempre più aggravandosi visto e considerato che il disegno di legge non stanzia un euro sui livelli essenziali delle prestazioni. Riteniamo inutili e propagandistici i giochi di equilibrismo assunti da alcuni governatori del sud, alleati di questo governo, fra questi quello della Calabria, Roberto Occhiuto. Chiedono una stretta sui tempi di definizione del Lep, pur consapevoli che non basta definirli, occorre soprattutto finanziarli se si vuole evitare il rischio di congelamento del divario di spesa pro capite. Divario già presente e che un corretto utilizzo delle risorse europee dovrebbe contribuire a rimuovere così da rendere equa l’offerta dei servizi su tutto il territorio nazionale ed europeo. La Lega e il governo che avalla questa Riforma non stanno assolutamente inseguendo l’interesse nazionale, bensì quello particolare di singole Regioni i cui governatori sono convinti possano competere con le grandi economie globali lasciando indietro il resto del Paese» concludono Ferrara e Baldino.

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