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Welfare, Amalia Bruni: “Regione Calabria non è in grado di proteggere i più fragili”

“C’è da rabbrividire per lo stato del nostro Welfare. Sono totalmente d’accordo con il presidente del Forum del Terzo Settore, Luciano Squillaci che paventa il rischio della paralisi dei servizi offerti a migliaia di cittadini calabresi, proprio quelli più fragili e bisognosi. In una lettera indirizzata al governatore Roberto Occhiuto, all’assessore regionale alle Politiche sociali Emma Staime, al dirigente generale del Dipartimento Lavoro e Welfare Roberto Cosentino, alla dirigente del Settore Politiche sociali Saveria Cristiani e al responsabile del procedimento Giovanni Benito Latella, ha denunciato formalmente le enormi difficoltà che sta incontrando sui territori l’applicazione del Regolamento 22, anche in seguito dell’introduzione delle modifiche di cui alle Dgr 669 e 735 del dicembre 2022”.

Lo afferma, in una nota, Amalia Bruni, consigliere regionale del Pd e vicepresidente della Commissione Sanità al Consiglio regionale.

“Il problema – aggiunge Bruni – è gravissimo visto che negli ultimi mesi tutte le difficoltà emerse non sono state risolte, anzi neppure affrontate soprattutto nella parte burocratica che prevede la modifica del Regolamento e la stessa scadenza del 30 settembre per l’adeguamento delle strutture socio-assistenziali è ormai vicinissima. Ma di questo passo si rischia di non arrivarci neppure a settembre, è scandaloso che secondo Squillaci ad oggi non è neanche possibile ‘fatturare i servizi con la conseguenza di non poter procedere con eventuali anticipazioni bancarie’. E parliamo di strutture che in Calabria vantano crediti risalenti al 2020 e al 2021 perché manca la rendicontazione, fa rabbrividire una tale motivazione per un ente serio”.

“Una Regione che produce solo circolari – sostiene la consigliera Pd – ma non è in grado di risolvere nessuna situazione in tempi celeri e definitivamente. Un immobilismo amministrativo che si rimpalla interpretazioni di cavilli e note ma che non riesce a trovare la strada maestra per andare avanti concretamente. Questa Regione vive alla giornata e fa vivere nell’incertezza più completa chi per forza di cose ci deve avere a che fare. E’ giusto riformare il welfare calabrese? Assolutamente si ma non si può fare, come giustamente sottolinea Squillaci, a costo zero, occorrono almeno altri dieci milioni di stanziamento altrimenti nessuno potrà più garantire la continuità degli interventi già in atto. Commissario Occhiuto, si dia da fare per risolvere una vicenda delicatissima e complessa che riguarda la tutela dei diritti dei cittadini più fragili”.

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