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I Templari Federiciani della Calabria sul caso Cospito: “L’autolesionismo non può costituire un deterrente”

“Cospito non si è ammalato naturalmente, né tantomeno ha subito torture. Si sta facendo del male da solo, e l’autolesionismo non può in nessun caso costituire un deterrente per l’applicazione del 41-bis”.

E’ quanto si legge in una nota diffusa dall’Ordine Monastico Militare dei Cavalieri Templari Federiciani della Calabria.

“Qui i diritti umani non c’entrano nulla – afferma il Gran Priore della Calabria l’Avv. Filomena Falsetta -, in quanto la Stato ha pienamente assolto, sino ad oggi, la sua funzione di tutela e di assistenza dell’anarchico all’interno dell’istituto penitenziario, che ha deciso volontariamente di ricorrere ad uno sciopero della fame che ha inevitabilmente deteriorato il suo stato di salute.

Se lo Stato decidesse di scendere a patti con la condotta arbitraria di un detenuto, allora tutti seguirebbero il suo esempio, e, a quel punto, verrebbe meno non soltanto la funzione educativa della pena, ma lo Stato di diritto, con tanto di esultanza del terrorismo e della criminalità organizzata.

Ma, fortunatamente, oggi abbiamo un Governo che resiste, e, quindi, che governa”.

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