All’imprenditore Pippo Callipo il premio della prima edizione del “Festival itinerante della restanza 2022” organizzato dall’Amministrazione comunale di San Nicola Da Crissa in collaborazione con l’associazione Crissa e Cogal Monte Poro – Serre Vibonesi.
Un riconoscimento all’impegno profuso dal Presidente del Gruppo Callipo per la crescita economica e sociale della Calabria attraverso l’operato di un’azienda virtuosa che si alimenta del lavoro di quasi 500 collaboratori. Calabresi che hanno avuto così una valida opportunità per restare nella loro terra.
“L’esperienza di Callipo appartiene a tutti e diventa un modello da seguire” ha affermato l’antropologo Vito Teti nella piazza di San Nicola da Crissa intavolando il dialogo su “Restanza e Impresa” a cui hanno preso parte anche Lello Greco e Pino Grillo coordinati dalla giornalista Maria Novella Imeneo.
“Callipo si è innestato, innovando, su una tradizione di famiglia legata al mare e alla pesca secondo una vocazione del territorio. Ciò dimostra che fare impresa significa prima di tutto fare l’inventario di ciò che si possiede e di ciò che si è ereditato. In altre parole occorre avere un buon rapporto con la storia dei propri luoghi. Insomma prima di rivendicare un diritto all’impresa dovremmo rivendicare il diritto alla memoria e alla conoscenza del passato. Solo in un secondo momento serve proiettarsi nel presente e capire quali sono i mercati da raggiungere” ha spiegato lo studioso Teti, autore del libro “La restanza” (edito da Einaudi).
Visibilmente commosso il presidente Pippo Callipo, alla guida di una realtà che da 110 anni crea sviluppo in una regione dove le condizioni non sono certo quelle ideali. Ha saputo far crescere un gruppo che con le sue 6 aziende rappresenta un’eccellenza nel mondo del “food” a partire dal famoso tonno, ma all’interno del quale vi sono altre realtà di primissimo piano, dal settore del turismo a quello dello sport.
“Fare impresa in Calabria è difficile ma non impossibile. La nostra esperienza dimostra che anche a queste latitudini è possibile creare e far crescere aziende sane a patto che si rispettino alcuni principi. Il primo di tutti è il rispetto per le persone. Per questo per me è fondamentale il rapporto umano con i miei collaboratori. Li ascolto e provo sempre ad andare incontro alle loro esigenze. Cerco di essere presente non solo per le questioni lavorative ma anche personali e familiari, di riconoscere i loro diritti ma anche di premiarli”.
Umiltà, umanità, coerenza. Sono doti che appartengono all’uomo e all’industriale Pippo Callipo che con la dedizione e il carisma di pochi ha dedicato la sua vita all’azienda di famiglia facendo indirettamente anche il bene della sua amata Calabria: “Richiamato da mio padre dopo pochi mesi che avevo iniziato a frequentare l’Università ho iniziato a lavorare con lui per poi proseguire fino a dove sono arrivato oggi. Non mi reputo un eroe, sono un lavoratore. Se da un lato sono stato agevolato dal fatto che l’idea di ciò che si voleva produrre l’ha avuta il mio bisnonno, dall’altro va riconosciuto a me il merito di aver saputo far quadrare tutte le forze che compongono l’azienda”.
Il successo di questa realtà imprenditoriale è riassunto in questo dato: “Quando il 21 giugno del 1988 abbiamo aperto l’attuale stabilimento, situato nella zona dell’Angitola, avevamo 40 collaboratori. Oggi il nostro gruppo conta quasi 500 persone. Sono 500 calabresi che hanno potuto scegliere di restare in Calabria avendo la libertà che un lavoro onesto e dignitoso può garantire in una regione dove la mancanza di occupazione è la causa principale dell’emigrazione dei giovani”.
È bene ricordare che è passato più di un decennio da quando Pippo Callipo, portando avanti la sua rivoluzione culturale, ha affermato “Io resto in Calabria” dando vita ad un movimento di pensiero che rivendica il diritto dei calabresi di essere messi nelle condizioni di non lasciare la propria terra.