Sarà dedicato alla storia della Sicilia e della Magna Grecia il quinto approfondimento sulla storia antica promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos, congiuntamente con la Biblioteca “Pietro De Nava”, e patrocinato dal Comune di Reggio Calabria, che si terrà giovedì 25 gennaio con inizio alle ore 16,45 presso la Sala Giuffrè della Villetta De Nava nell’ambito della mostra libraria e filatelica “Civiltà del Mediterraneo/per servire alla Pace” tuttora in corso presso la Villetta De Nava.
Tema della conversazione del Prof.ssa Elena Santagati, Associato di Storia Greca presso il Dipartimento di Civiltà antiche e moderne dell’Università di Messina, “La Sicilia e il Mediterraneo tra IV e III secolo a.C: le fonti storiche”. Dopo la morte di Timoleonte, Siracusa e, più in generale, la Sicilia greca erano ripiombate in un periodo di profonda instabilità e incertezza che aveva creato, ancora una volta, le condizioni propizie per l’affermazione di una nuova tirannide. Il potere fu assunto, nel 317 a.C., a seguito di un colpo di stato, da Agatocle. Nato nel 361 a.C. (o nel 359), da un esule reggino, Carcino, che a Siracusa aveva trovato ospitalità aprendo una fabbrica di vasellame (la ceramica reggina “calcidese” era rinomata in tutto il Mediterraneo), donde il dispregiativo “vasaio” degli storici aristocratici, fu tiranno di Siracusa e re di Sicilia (“Basileus”, un titolo assunto nel 304 a.C,) che egli riuscì, per un breve periodo, ad unificare sotto il suo scettro conquistando le città sicule, scacciando i Cartaginesi dall’Isola portando la guerra persino in Africa. Nel 299 a.C. passò lo Stretto e giunse a Reggio per portare aiuto ai greci di Calabria minacciati dai Bruzi e dai Lucani. Nonostante la spietatezza nel perseguire i propri obiettivi politici e militari ebbe un certo seguito tra il popolo minuto a Siracusa come nel resto della Sicilia. Egli infatti si appoggiò sempre alle classi più umili contro l’aristocrazia.
La sua abilità non dispiacque agli storici antichi anche se la sua crudeltà sembrò ad essi eccessiva. Agatocle inserì la Sicilia nella rete della politica internazionale, annodando rapporti con altri sovrani ellenistici quali Tolemeo d’Egitto, Demetrio di Macedonia e Pirro. Nel giro di pochi anni con la forza delle armi creò un potente Stato, consolidato con misure ora feroci ora magnanime e pilotato con un’abile politica diplomatica, che comprendeva la Sicilia, la Magna Grecia e l’area adriatica. Agatocle morì nel 289 a.C., forse in territorio reggino (Catona?) e nell’arco di soli dieci anni la potenza di Siracusa si dissolse e la città subì l’onta e la durezza dell’assedio cartaginese, senza potere contare sull’aiuto delle altre poleis che, divise da interessi particolari, erano appena in grado di difendersi dall’incombente pericolo mamertino. Di fronte a un tale pericolo, i Greci si rivolsero per aiuti a Pirro, re d’Epiro, già genero di Agatocle per averne sposato la figlia Lanassa. In occasione dell’incontro sarà esposta al pubblico l’opera più celebre del nostro Giuseppe Morisani, le “Inscriptiones Reginae dissertationibus inlustrate” o “Marmora regina dissertationibus inlustrata” pubblicata a Napoli nel 1770.
L’opera, dedicata all’Arcivescovo Piccolomini non più a Reggio, contiene 10 dissertazioni su 10 iscrizioni reggine e due appendici su altri due marmi nelle quali, illustrando le epigrafi greche e latine, espone tutta la storia di Reggio.Condurrà il Prof. Amos Martino, Responsabile Anassilaos.